DI GIANFRANCO MICALI
In altra occasione spiegherò dettagliatamente perché non ho grande fiducia nei sondaggi, ma per una volta voglio prenderli sul serio.
Ecco, a grandi linee l’orientamento politico che da tempo ci prospettano: 20 per cento a Lega, 20 per cento a Fratelli d’Italia, otto per cento a Forza Italia, 3 per cento ad Azione di Calenda, 2 per cento a Italia viva di Renzi, 1 per cento della Bonino. Totale un 54 per cento di un possibile centro destra. Dall’altra parte: 20 per cento PD, 14 per cento i Cinque stelle e 1,5 per cento Articolo uno di Bersani. Totale 35,5.
Come si può notare manca all’appello un corposo dieci per cento. A chi andrebbe? Nessuno lo spiega mai.
D’accordo esistono le liste civiche, le liste civetta, ma per i sondaggi sono generalmente comprese nelle grandi formazioni. E allora?
Ho l’impressione che gli stessi padroni del vapore, i quali sono in genere danarosi committenti degli istituti preposti a interrogare gli elettori, siano consapevoli del pericoloso salto nel buio della realtà. E, per questo, falsano mediaticamente i dati e la percezione, inventano accozzaglie, rimandando di volta in volta il momento della verità.