ROSANNA BENZI E LA STORIA DEL SUO “POLMONE D’ACCIAIO”

DI LEONARDO CECCHI

“Rosanna Benzi visse 29 anni in un polmone d’acciaio. Sdraiata a testa in su dentro quello che lei chiamava “lo scaldabagno”.

Aveva 14 anni e aveva accompagnato il fratello di 2 anni a prendere il vaccino orale contro la poliomielite. I genitori non volevano, metà paese era contrario.

Il vaccino non era sicuro, dicevano, soprattutto nei bambini. Sabin non aveva neppure brevettato il vaccino, per cui non era sicuro. Era stato scoperto un anno prima. Chissà cosa ci avevano messo dentro.

Il ministro italiano della Sanità, il pediatra democristiano Giardina, dichiarò “prima di dare quel vaccino ai bambini, passeranno sul mio cadavere”.

Contro tutti e tutto Rossana accompagnò il suo fratellino a farsi vaccinare.

Lei era grande non le serviva il vaccino. Aveva 14 anni non si sarebbe più ammalata, ormai.

Rosanna Benzi entrò nel polmone d’acciaio a marzo di quell’anno. Ci rimase 29 anni. Sdraiata per 29 anni.

In un polmone d’ acciaio in una stanza dell’ospedale di Genova. Suo fratello non si ammalò mai. Era stato vaccinato”.

Grazie a Daniele Ficini per aver ricordato questa storia. Con alcune differenze, ma insegna molto ancora oggi.