DI LUCA BAGATIN
A commemorare Anita Garibaldi, l’Eroina dei Due Mondi, rivoluzionaria e moglie del primo socialista e repubblicano senza tessera di partito, ovvero Giuseppe Garibaldi, nel 172esimo anniversario della sua morte, il Partito Comunista di Ravenna.
Il 4 agosto scorso, infatti, i militanti del PC ravennate, il loro candidato a Sindaco Lorenzo Ferri, in testa, hanno voluto celebrarla, presentando anche un suggestivo video che la ricorda.
Un video, peraltro, consegnato in dono alle Ambasciate di Venezuela e Palestina.
“Anita Garibaldi era una donna del popolo, una donna coraggiosa, proletaria ed extracomunitaria che combatteva con le armi in pugno in difesa dei popoli oppressi e per la giustizia sociale”, così la ricordano i comunisti ravennati.
Nel video si ricorda come, sull’onda delle battaglie del Libertador Simon Bolivar, sia lei che Garibaldi, combatteranno “contro l’Impero del Brasile, per la giustizia sociale, contro lo schiavismo e i privilegi”.
Nel video, peraltro, si ricordano le doti di Anita, “abile cavallerizza e brava nel maneggio delle armi, fu sempre al fianco del Generale Giuseppe Garibaldi e alle sue Camicie Rosse” e come combattè sui campi di battaglia sudamericani e, sul Gianicolo, contro i Francesi di Napoleone III, alleati del Papa Re, difendendo la rivoluzione e la Repubblica Romana. Impresa nella quale morì, a soli 28 anni, a Mandriole di Ravenna, il 4 agosto 1849.
I comunisti ravennati hanno ricordato, inoltre, come il colore rosso delle divise di Anita e Giuseppe Garibaldi e dei loro prodi, sia stato e sia diventato “il colore delle tante battaglie condotte dal popolo italiano per ottenere diritti e giustizia negati dal potere reazionario e gattopardesco che ha tradito lo spirito rivoluzionario del Risorgimento popolare. Rosso era il colore delle prime cooperative, rosso era il colore della Rivoluzione Russa e delle Brigate Garibaldi. Rosso è il colore del socialismo, rossa è la bandiera che unisce i popoli di tutto il mondo”.
Rosso, peraltro, era il simbolo della Rivoluzione Bolivariana di Hugo Chavez, che utilizzò spesso la camicia rossa proprio in onore e ricordo di Anita e Giuseppe Garibaldi, come rammentato anche in diversi suoi discorsi pubblici.
Anita Garibaldi avrebbe lottato a fianco di tutti i popoli oppressi, ancora oggi, per il socialismo popolare. Assieme ai chavisti venezuelani e al popolo palestinese.
Personalmente, tengo a sottolinearlo anche da ex iscritto al PRI ed ex collaboratore de “La Voce Repubblicana” e de “L’Iniziativa Repubblicana” (prima di essere censurato da entrambe), molto pentito. Un PRI che, ancora oggi, muove polemiche inutili, a Ravenna, contro il PC, pur non rappresentando affatto ideali mazziniani e garibaldini, ma unicamente borghesi e capitalisti, tipici della destra liberale peggiore. Realtà che nulla hanno a che vedere con le lotte di emancipazione sociale e civile condotte dai Garibaldi e da Mazzini, fra i fondatori – peraltro – della Prima Internazionale dei Lavoratori, nel 1864, assieme a Marx, Engels, Bakunin e Proudhon.
Anita e Giuseppe Garibaldi, come giustamente dicono nel video gli amici del PC di Ravenna, vorrebbero, ancora oggi, che fosse “il popolo a comandare e non i banchieri di Wall Street o dell’Unione Europea, o gli italianissimi pescecani predatori del lavoro”.
Oggi più che mai, in un’epoca di sfruttamento del lavoro e del precariato, in un’epoca di disvalori e in cui tutto è in vendita (persino menti e corpi), ci sarebbe la necessità di una nuova, ma questa volta unitaria, Prima Internazionale dei Lavoratori. Capace di mettere da parte le vecchie divisioni e le vecchie polemiche Mazzini contro Marx.
Proprio nel nome di Anita Garibaldi.
Hasta la Victoria Siempre, Anita !
Luca Bagatin