DI VINCENZO G. PALIOTTI
“Intitolare, a Roma Ostiense, il Piazzale dei Partigiani ad Hitler”.
Una frase che farebbe sobbalzare chiunque, anche chi la storia la conosce superficialmente. Solo chi è in mala fede o negazionista, o fiancheggiatore di regimi sanguinari può ignorare il male che ha generato quest’uomo e quanto sia da disprezzare una frase simile.
E non è una frase detta in un’osteria nel pieno di una sbornia ma sono parole di un uomo politico: Andrea Santucci, ex consigliere comunale di Colleferro (RM) eletto nelle liste della lega di Salvini.
La sua frase prende spunto da quella espressa dal sottosegretario dell’attuale governo Durigon, sempre della lega, che vorrebbe intitolare i giardini che a Latina portano i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nientedimeno che al fratello di Benito Mussolini, Arnaldo.
Il Santucci afferma: “La storia non andrebbe cancellata o peggio coperta come fanno molti. Trovo assolutamente corretto che quella piazza torni al nome originale, riferendosi alla frase di Durigon. Ed aggiunge poi: “Se solo avessi il potere di farlo, anche piazzale dei Partigiani a Roma Ostiense mi piacerebbe che tornasse a chiamarsi Piazzale A. Hitler”.
Prima di tutto, nessuno vuole cancellare o coprire la storia, anzi. Quella storia dice chi sono stati Hitler e Mussolini, fratello: il tedesco ha provocato il secondo conflitto mondiale che ha causato 50 milioni di morti. Privato di ogni libertà il suo popolo, chiusi e poi ucciso sistematicamente, sei milioni di persone tra ebrei, oppositori politici, zingari, omossessuali nei campi di sterminio.
Il secondo, l’italiano, è stato un fervente e spietato servitore del regime fascista che ha approfittato della sua parentela, e del suo fervore fascista , per curare suoi interessi personali. Il delitto Matteotti fu messo in atto proprio per evitare che il leader socialista mettesse in piazza le sue malefatte.
Ora è vero che tutto questo fa parte della storia ma certamente non merita di essere glorificato al punto di dedicare piazze e strade a chi quella storia l’ha scritta nel sangue, anzi deve essere sempre ricordata perché tutto ciò non si ripeta.
Anche Totò Riina e Bernardo Provenzano fanno parte della storia italiana ma nessuna persona con dei principi sani si permetterebbe solo di pensare di dedicare loro una strada, una piazza.
In tutto questo imbarazzante è il silenzio del capo del governo nonostante che da ogni parte del paese si siano levate proteste e richieste di emarginare certi individui che con queste dichiarazioni la storia la vogliono cambiare a loro uso e consumo.