DI LUCA BAGATIN
La Cina è giunta da tempo a divenire potenza mondiale, ad aver stradicato la povertà assoluta e ad aver rafforzato la propria economia, con anni di anticipo rispetto alle previsioni del governo stesso.
Il corso riformatore del Presidente e Primo Segretario del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, ha dato i suoi frutti.
E proprio il Presidente Xi Jinping, ha inteso recuperare i principi marxisti-leninisti originari, che sembravano solo apparentemente accantonati, in una Cina che viene tacciata, spesso a torto, di essere più capitalista che socialista.
Da una parte, in maggio, il governo cinese ha organizzato un convegno mondiale dei partiti comunisti per rilanciare, a livello internazionale, le idee, le prospettive e il modello socialista.
Un modello che, in Cina, si traduce in un controllo delle imprese private a beneficio ed esclusivo interesse del pubblico e della comunità.
Dall’altra, Xi Jinping, sta rafforzando, in Cina, tale sistema che antepone gli interessi della comunità rispetto agli interessi privati. Una strada che sta privilegiando l’equità, rispetto all’efficienza.
In questo senso, il Presidente Xi, ha affermato la necessità di promuovere la “prosperità comune”, incoraggiando le fascie più abbienti a restituire di più all’intera comunità cinese.
Xi Jinping, al meeting della Commissione centrale per gli affati finanziari ed economici, da lui presieduta, ha infatti parlato di “prosperità comune quale requisito del socialismo”, oltre che “chiave della modernizzazione cinese”.
Xi ha fatto presente che “gli sforzi per respingere i principali rischi finanziari dovrebbero essere coordinati in linea con principi di mercato e stato di diritto” e ha sottolineato le necessità di un “ragionevole aggiustamento dei redditi eccessivi e sull’incoraggiamento a gruppi e imprese ad alto reddito per restituire di più alla società”.
Se le disparità di reddito, in Cina, sono purtroppo cresciute, il Presidente Xi intende porvi rimedio.
E ciò probabilmente si tradurrà in un aumento delle tasse per i redditi dei più ricchi, promuovendo gli acquisti di prodotti locali e penalizzando i marchi di lusso stranieri.
Una strada, peraltro, opposta rispetto a quella dei capitalisti USA e Unione Europea che, da sempre, privilegiano i ricchi imprenditori e investitori, a discapito di una comunità vessata da austerità generalizzata e aumenti indiscriminati delle imposte.
Luca Bagatin