26 AGOSTO 1906, NASCEVA ALBERT BRUCE SABIN

DI LEONARDO CECCHI
Glielo chiesero tante di quelle volte da non riuscire a contarle.
Miliardi poteva farci. Lui che era nato in un ghetto e sapeva cosa fosse la povertà.
Bastava brevettarlo. Brevettare il lavoro di una vita, non un’idea nata dal giorno alla notte. Brevettare la fatica, l’impegno, la dedizione di anni e anni. Brevettare il vaccino contro la polio, ed essere così immediatamente catapultati in una vita di lusso.
Ma Albert Bruce Sabin rifiutò sempre. Ogni volta, rifiutava. Pur sapendo benissimo cosa stava rifiutando. Fu il suo regalo ai bambini del mondo, diceva lui.
Uomo rigoroso, inflessibile, che pure sapeva benissimo cosa significasse perdere qualcuno che amava, perché Sabin era ebreo e i nazisti gli avevano ucciso due nipotine. Lui però aveva “salvato i bambini di tutta l’Europa”. E questa, diceva lui dimostrando di avere un cuore enorme, la chiamava la sua “splendida vendetta”.
Nasceva oggi quell’uomo, il 26 agosto 1906. Nasceva in un ghetto l’uomo che salvò davvero tutti i bambini d’Europa. L’uomo che seppe rifiutare enormi ricchezze per fare qualcosa di buono e dimostrare il vero significato della parola umanità.