ALITALIA CHIUDE, PRONTI PER L’ULTIMO VOLO

DI PIERLUIGI PENNATI

Era il 5 maggio 1947 quando decollava il primo volo Alitalia, sarà il 14 ottobre 2021 a vedere l’ultimo.

Dopo 74 anni 4 mesi e 9 giorni Alitalia non esiterà più, al suo posto la macelleria sociale e lo smembramento della compagnia, nuovo nome, flotta ridotta, svendita di aeromobili e licenziamenti.

Qualcuno sarà contento pensando ai primi 50 anni della compagnia nei quali una allegra gestione statale ha portato stipendi alle stelle e sprechi di ogni tipo, ma poi.. le cose sono cambiate, sempre in peggio e non per colpa dei dipendenti, ma nessuno ci ha mai voluto credere, tranne gli esperti del settore, tutti concordi nel dire che Alitalia era un asset nazionale e che negli ultimi tempi era persino virtuosa, ma che non vendeva biglietti a sufficienza.

Mentre risuonavano ancora le parole di un Silvio Berlusconi che aveva chiamato la joint venture di industriali pronti al regalo di stato “capitani coraggiosi”, che poi non si sono rivelati né coraggiosi, né capitani ed hanno solo aumento le problematiche con in primi licenziamenti e senza davvero risanare le casse della compagnia per poi scappare con il malloppo e rimettere il problema allo stato, l’opinione pubblica continuava a pensare ai furbetti del cartellino con stipendi da favola alle spalle dei contribuenti, ma così non era già.

Il secondo round dello stato non è andato meglio, ancora una volta gli amministratori non sono stati all’altezza, inutile riportare ragioni, basta una ricerca in rete per trovare i pareri degli economisti indipendenti tutti concordi nel dire che i costi erano in linea con le medie mondiali, anzi, persino inferiori, ma che gli introiti non erano sufficienti, ovvero Alitalia non era in grado di vendere biglietti a sufficienza e viaggiava per lo più vuota, anche se alcune tratte nazionali avevano sempre il tutto esaurito.

Ma ora è finita, la triste storia di vari management le cui capacità sono da valutare che hanno sempre scaricato le colpe sul personale e sui costi, invece di promuovere il loro “prodotto” adeguatamente, si infrange contro l’ultimo scoglio, né privati, né politica ne vuole più sapere ed Alitalia chiude.

Dopo di che tutti felici di poter prenotare un biglietto a 10 euro con una low cost che oltre a trattare tutti come bestiame, costringe a raggiungere a piedi il proprio aereo, fa pagare per imbarcare un bagaglio, non ammette a bordo più di un beauty case a testa, applica sovrapprezzi per potersi sedere vicino ai propri amici o parenti, non ammette animali a bordo, non accetta minori non accompagnati e chiede denaro persino per potervi far assistere un invalido che accompagnate.

Ma almeno non pagheremo più tasse per mantenere una compagnia di ricchi furbetti nullafacenti.

Almeno si spera, dato che la storia italiana insegna che nel bilancio dello stato quando si chiude una falla se ne apre un’altra, altrimenti non dovremmo più pagare le tasse per il finanziamento per le guerre d’Etiopia (1935-1936) e del Libano (1983), per la crisi di Suez (1956), le ricostruzioni dopo il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), in Liguria e Toscana (2011), i terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976), dell’Irpinia (1980), dell’Aquila (2009) ed in Emilia (2012), la missione in Bosnia (1996), il contratto degli autoferrotranvieri (2004) l’acquisto di autobus ecologici (2005), il finanziamento alla cultura (2011), l’emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011), il decreto “Salva Italia” (2011) e molte altre ancora che è persino inutile citare.

Ma il problema è Alitalia che chiudendo salverà le casse dello stato, finalmente!

Dal 15 ottobre 2021 l’Italia che si picca di essere una tra le grandi potenze industriali del mondo, seconda mai a nessuno, non avrà nemmeno più una compagnia di bandiera decretando una volta di più l’insuccesso del proprio apparato dello stato che in nome del denaro che non basta mai, e forse mai basterà, taglia democrazia e welfare.

Così perdiamo tutti.

Nel sito ufficiale di Alitalia si legge: “Alitalia in Amministrazione Straordinaria dalla mezzanotte del 25 agosto non venderà più biglietti per voli dal 15 ottobre 2021. Contestualmente invierà una comunicazione tempestiva e diretta, tramite e-mail, ai clienti che hanno acquistato voli in partenza dal 15 ottobre. La nota include le istruzioni per la gestione dei biglietti. Clicca qui per tutti i dettagli https://fcld.ly/ooiexhy . Al fine di garantire la piena tutela dei consumatori, verrà data la possibilità di sostituire il volo con un altro equivalente gestito dalla Compagnia entro il 14 ottobre; altrimenti sarà possibile ricevere il rimborso integrale del biglietto.”

Se volete poter dire “io c’ero” e farvi un selfie a bordo dell’ultimo volo siete avvertiti, dopo però non lamentatevi di ciò che non c’è più.