DI VIRGINIA MURRU
Aveva un’espressione stanca il Procuratore Nicola Gratteri, nel corso di un incontro con il pubblico a Tortolì, (cittadina che fino a pochi anni fa è stata capoluogo della provincia Ogliastra), in una serata anonima e umida di fine agosto, nell’anfiteatro Caritas.
Nel pomeriggio infatti un temporale estivo ha portato un’incognita sullo svolgimento dell’incontro con il magistrato. Il palco era ancora lucido, ma a distanza di qualche ora da quella pioggia battente c’è stata una schiarita, che ha permesso il normale andamento della serata.
La presenza di Gratteri fa parte di una prestigiosa rassegna con un nutrito calendario di eventi, promossi dalle diocesi di Nuoro e Lanusei, tanti i personaggi di primo piano (Carlo Cottarelli, Claudia Koll, Katia Ricciarelli, tanto per citarne solo alcuni) nel panorama artistico e culturale, ospitati nelle serate di agosto 2021.
Il Procuratore Gratteri ha richiamato una vasta platea di pubblico nella cittadina, proveniente da tutta l’isola, del resto era scontato che un magistrato di questa rilevanza calamitasse l’attenzione di tanti su un tema sempre di attualità, qual è quello riguardante la Giustizia. L’evento è stato intitolato, appunto, ‘Tra Giustizia lenta e Giustizia giusta’, con un refrain eloquente: “Ma dove corri, dove vai?”
Il dott. Gratteri, malgrado l’apparente stanchezza, ha mantenuto lo sguardo acuto e vivace, rispondendo con la consueta incisiva essenzialità alle domande che gli sono state rivolte dai due esponenti del clero: il primo del posto, Mons. Antonello Mura, e l’altro di Lamezia Terme, Mons. Giuseppe Schillaci.
Per ovvie ragioni tutte le domande vertevano sul tema Giustizia, e il Procuratore, pur esprimendo in modo chiaro la sua visione sui tanti dibattiti in corso inerenti il CSM, le direttive del Ministero della Giustizia e il referendum radical-leghista – che mira a porre 6 quesiti agli elettori, intitolato ‘Giustizia giusta’ – si è mantenuto su una linea di sintesi, pur senza essere evasivo.
Ha sottolineato la distanza di sicurezza dalla politica, perché ‘la Giustizia non deve avere il volante, altrimenti rischia d’essere manovrata..’
Su tutti gli argomenti oggetto di dibattito politico, il dott. Gratteri è stato schietto, e ha sottolineato i suoi punti di vista, come già ha peraltro avuto modo di fare in altre sedi, soprattutto nel corso della sua partecipazione ai tanti programmi TV di attualità. Lui non è un tipo diplomatico, che cerca di mediare al ribasso, tanto per tenere toni di circostanza.
Non s’infervora anche di fronte alla domanda più insidiosa, non di rado tendenziosa, la sua è una logica diretta che non lascia spazio alle mezze misure. Forse per questo suo modo d’essere limpido nel linguaggio, senza ricorsi ad astrazioni difficili da comprendere per il pubblico, o circonvoluzioni di parole, è molto stimato ovunque.
Insomma non ama i paraventi, è un tipo che naviga a vista e lo ha dimostrato anche alcune sere fa in questa cittadina della costa Orientale della Sardegna, con la semplicità del suo modo di proporsi, a volte metaforico: “al netto della serva, questo è”, ha commentato sulla responsabilità civile dei magistrati, uno dei sei punti della consultazione referendaria promossa e fortemente voluto dalla Lega di Matteo Salvini e Radicali.
Ricordiamo intanto questi 6 punti che dovrebbero costituire una base per la riforma della Giustizia:
- Abolizione del decreto Severino
- Limiti degli abusi della custodia cautelare
- Separazione della carriera dei magistrati, sulla base della distinzione tra funzione requirente e giudicante
- Equa valutazione dei magistrati
- Responsabilità diretta dei magistrati
- Riforma del CSM
Sul tema ‘separazione delle carriere’, tra magistratura inquirente e giudicante, Gratteri ha risposto: “In Italia ci sono circa 10mila magistrati, 8mila giudici e 2mila Pubblici Ministeri, dal momento in cui avrà luogo la separazione delle carriere, il risultato sarà un CSM solo per i PM, un CSM solo per i giudici, la fase successive sarà quella di passare all’esecutivo e ai Pubblici Ministeri, quindi sarà poi la politica a decidere quali reati si perseguiranno e quali no. Mi pare che si tratti di un prezzo piuttosto salato per l’indipendenza della Magistratura.”
In generale ritiene la proposta del referendum ‘più o meno inutile’, anzi su alcuni punti ha espressamente dichiarato che sono ‘un’offesa all’intelligenza delle persone’. E così il dibattito sulla questione diventa sempre più aspro, con i promotori del referendum che ritengono fondamentale la consultazione popolare, una base per la riforma seria della Giustizia, e una parte della Magistratura, come appunto il Procuratore del tribunale di Catanzaro, praticamente una perdita di tempo.
Altri sono i temi sui quali soffermarsi e riflettere, con interventi mirati da parte del Ministero, secondo il dott. Gratteri, argomenti annosi quali la non procedibilità dell’azione penale (che prevede l’annullamento della sentenza di condanna, eventualmente pronunciata nei precedenti gradi di giudizio) facente parte della Riforma in cantiere del ministro della Giustizia Cartabia, che porterebbe a rendere ‘improcedibili’ il 50% dei processi.
Così si è espresso infatti il Procuratore in sede di audizione alla Commissione Giustizia della Camera:
“Con le nuove norme sulla prescrizione il 50% dei processi anche gravi” non si celebreranno alla luce dell’improcedibilità prevista dopo due anni per l’appello e uno per la Cassazione.”
Lo ha detto chiaro anche nel corso dell’incontro di alcuni giorni fa a Tortolì: “E’ necessario parlare chiaro quando si tratta di Giustizia, perché riguarda tutti, la mediazione al ribasso non serve: produce sempre risultati a metà.”
A conclusione della serata, il Procuratore Gratteri si è trattenuto con qualcuno del pubblico, poi ha rilasciato un’intervista ad un’emittente locale ed è quindi ripartito.
Le restrizioni imposte dalla sua vita quasi blindata, non gli consentono di sostare a lungo nei luoghi in cui si reca per incontrare la gente e spiegare le ragioni delle sue battaglie sul fronte della Giustizia, e soprattutto la trincea contro la criminalità organizzata, alla quale ha inferto tanti colpi significativi, portando agli arresti personaggi di primo piano della ‘Ndrangheta’.