DI CRISTINA CORREANI
Per fare un’inchiesta come quella di ieri di Presa Diretta ci vuole sì coraggio.
Ma ci vuole anche l’amore per la professione, credere davvero che il dovere dei giornalisti sia quello di mettere a disposizione dell’opinione pubblica la conoscenza dei fatti e la realtà.
Da molto, troppo tempo invece la maggior parte dei giornalisti italiani non solo non ha più il coraggio ma nemmeno l’amore per la professione.
Non pensano affatto che il loro dovere sia quello di informare, altrimenti non si parlerebbe più degli stati uniti come della nazione maestra di democrazia, dei diritti umani, perfino, davanti alla quale tutto l’occidente si è inchinato per convenienze e opportunismi permettendo che facesse quello che ha sempre fatto: spadroneggiare nel mondo e imporre la sua barbarie senza mai pagare pegno.
Di Assange in Italia non si deve parlare perché raccontare la sua storia significa raccontare anche quella di una classe politica di servi e lacchè, sempre e da sempre disposti a mettersi al servizio del padrone che alza di più la voce.