DI LIDANO GRASSUCCI
Che senso ha. Se metti in fila ordinata la partenza, il percorso e la meta il senso non c’è. Cattivi presagi per partire e tutto era nero e domani sarebbe stato temporale, alluvione, mai pioggia mite per dissetare. Così si parte dalle mie parti, poi dovevi nascondere la paura, ma anche il genio e vestirti non da umile ma umilmente. La bellezza era vietata ed eri sempre di qualche “gente” da riverire. Anche chi amava staccava un biglietto per il possesso e si vantava dei possedimenti. Poi la gerarchia e anche per invocare Dio avevi bisogno di essere di qualche Re in grazia di Dio, qualche prete pio, qualche padrone che si faceva grato di farti vivere.
Questo è mio figlio, questo è il mio uomo, questo è il mio… l’unico mio che ho sempre amato è il formaggino quadrato da farci la minestrina in brodo. O il mi(a)o del micetto che cerca di restare qui con noi, anche se è dura come una sassata sulla fronte.
Questo è il mio amico, la mia Patria. Siamo circondati di ansie possessorie e di conseguenti furti di quel possesso artati dalla libertà.
Il senso? Immaginate di impegnare i mare non con il mio sestante, la mia bussola, le mie vele, le mie caravelle ma solo per andar per mare a piacere, senza mio piacere perché se ci metto io quando incontro un altro gli tolgo il suo. Andare, nel mare che c’è, per l’isola da trovare che non ci romani male se non c’è, ma inizi altro cercare fino all’ultimo pezzo di mare.
Che senso ha?
Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me dio dos luceros que cuando los abro
Perfecto distingo lo negro del blanco
Y en el alto cielo su fondo estrellado
Y en las multitudes el hombre que yo amo
Mercedes Sosa, Grazias a la vida
Senza essere di alcuno se non del diritto al piacere di vivere.