DI EMILIANO RUBBI
L’idea di far pagare le terapie intensive ai non vaccinati è semplicemente delirante.
Delirante e abominevole.
Gino Strada curava i talebani, loro propongono di ridurre sul lastrico uno che, magari, aveva solo una paura fottuta di vaccinarsi (le terapie intensive hanno dei costi giornalieri a dir poco mostruosi).
È il frutto dell’incattivimento progressivo della dialettica no vax/si vax, uno scontro che ormai sta assumendo dei toni da vera e propria apocalisse della ragione.
Sarebbe come dire che chi fuma dovrebbe pagare di tasca propria le cure ospedaliere per un eventuale tumore.
Sarebbe come se, dopo un infarto, uno si vedesse consegnare il conto dall’ospedale perché ha mangiato troppi cibi ricchi di colesterolo: “Mi dispiace, ma lo sapeva benissimo che troppe fritture di pesce le avrebbero occluso le arterie, tenga, sono 100.000€. Bancomat o carta?”.
I no vax, in massima parte, sono gente spaventata.
Gente che spesso viene inconsapevolmente utilizzata dalla destra estrema e viene esaltata e incattivita da una serie di notizie false che tendono a confermare le loro paure.
E allora si arriva alla violenza, alle minacce ai virologi considerati “nemici” e “servi di Big Pharma” come Bassetti e Pregliasco, ai gazebo distrutti e ai cronisti presi a pugni.
Ogni animale, quando si sente messo nell’angolo e ha paura, reagisce nel modo peggiore possibile.
E noi, nonostante tutte le sovrastrutture, siamo animali.
Ho diversi amici, anche stretti, che non hanno la minima intenzione di vaccinarsi.
Gente tutto fuorché ignorante o poco intelligente.
Gente a cui voglio un mondo di bene e alla quale non rispondo più ai messaggi su whatsapp, perché so che non porterebbero altro che liti (nel 99% dei casi si tratta di bufale conclamate o interpretazioni fantasiose di dati che significano tutt’altro, ma che vengono letti come la conferma che è in corso una strage dovuta ai vaccini).
Da tempo ho rinunciato all’idea di essere in grado di far cambiare idea a chi ormai ha sedimentato dentro di sé una serie di convinzioni inscalfibili su questi temi.
Non ci riescono i virologi più titolati del mondo, gente che studia la materia da anni, come potrei riuscirci io che a malapena distinguo un’aspirina da una pasticca per la gola e, proprio per questo, mi affido totalmente a chi conosce meglio l’argomento?
Se parlano di Covid e vaccini, quindi, io non rispondo e parlo di altro.
Mi fa rabbia, mi mordo la lingua, la vivo come una sconfitta personale ogni volta, ma purtroppo sono giunto alla conclusione che è l’unico comportamento che mi permette di non perdere delle persone a cui voglio bene.
I no vax, spesso, non sono quelli di Forza Nuova in piazza.
Non sono quelli che picchiano e mostrano i denti.
Sono le nostre zie, i nostri nipoti e cugini, i nostri amici e le nostre amiche.
E mi fa orrore che siamo arrivati al punto in cui un medico o un politico possa solo ipotizzare di contravvenire all’idea stessa di “sanità pubblica”, proponendo che quelle persone siano condannate a “pagare i danni” per non aver fatto qualcosa che, nel nostro paese, non è neanche obbligatorio fare, come il vaccino.
Fermiamoci tutti, questa cosa è decisamente andata già troppo in là.
C’è il serio rischio che, dopo, non si riesca a tornare più indietro, anche su concetti basilari come la sanità pubblica e gratuita per tutti.
Fermiamoci adesso.