DI LIDANO GRASSUCCI
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età,
Dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità…
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
Come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità…
Francesco Guccini, canzone dei 12 mesi
Eccola questa pulce d’estate che non vuol saltare dentro il paletot ma resta nel costume. Eccola esce dalla spuma del mare placido prima di farsi ira per un poco. Esce con un salto che pare un passo, la pelle ha gocce di mare che ricorda agosto ma sente ottobre. Ogni giorno la mattina la risacca mi portava questa possibilità e non guardavo il mare. Settembre ha i filari pieni di zucchero e di memoria del sole, lei insiste con il suo mare.
Io guardo il tempo passare, le avrei detto di cose da raccontare ma no, non è giusto che sia, ed esce dal mare. Sbarcavano da lì terribili pirati ma, di tanto, in tanto anche le dee dell’Olimpo annoiate da stare sul monte e qui in basso in riva al mare c’era chi le stava a guardare.
Non son degno diceva l’uomo uscito dalla macchia, non son degno di Madonna ma di solo pentimento. Offriva grappoli di moscato come dire… senti che è dolce il creato e mani dure come le mie fanno questo zucchero per chi viene dal mare non per rubare ma per amare.
Settembre sul mare non ha il rumore, il temporale è in agguato come gatta a caccia ma tra un attacco e una difesa quella gatta è di una bellezza che ogni ragione lascia in difesa.
Ma non era dea dell’Olimpo? Scusate la confusione ma credo che Giove nel fare la bellezza la fece donna gatta e poi si pentì per troppa meraviglia e la fece distinta donna e gatta, ma quando si ripiglia Giove diventa la sua follia: fulmini e saette.
Una pulce d’estate saltò all’ultimo sole, nella spiaggia che già amava ottobre e per chi ebbe l’ardire di guardare capì per filo e per segno la meraviglia.
quadro, particolare: La bagnante di Valpinçon di Jean-Auguste-Dominique Ingres