PALOMBELLI, LEI VIVE FUORI DALLA REALTÀ

DI CLAUDIA SABA

Quando non vivi la violenza ogni giorno, quando non la respiri ogni momento tra le mura di casa, quando non sei vessata psicologicamente, moralmente e fisicamente, è difficile capire cosa prova chi è costretto a subirla in ogni istante della vita.
Alla nota presentatrice, Barbara Palombelli, che si è permessa di chiedersi in diretta tv “se tutte queste donne uccise “non se la siano andata a cercare”, sicuramente sfugge qualcosa.
E allora vorrei illustrarle bene in quale situazione è costretta a vivere una donna che di violenza sopravvive e spesso, muore ammazzata.
Cara Barbara, io sono una delle tante vittime di violenza, proprio una di quelle di cui lei ha parlato in trasmissione.
E volevo dirle che no, non sono andata a cercarmi botte, umiliazioni e soprusi.
Non sono stata io a cercarmi la lenta agonia che genera nel corpo e nella mente la violenza. E non sono stata io a cercare un uomo che ogni giorno la
usasse come unica forma di “dialogo”.
La mia colpa semmai, è quella di aver sempre taciuto.
Di essere stata troppo a lungo in silenzio.
E vuol sapere perché?
Perché mi vergognavo, perché dopo essermi sentita dire ogni santo giorno “pazza, puttana, troia e bugiarda”, alla fine ci ho creduto.
E quando mi ha buttato giù dalle scale al quarto mese di gravidanza, ho pensato di averlo sognato quel bambino perso.
Ho pensato di averla provocata io quella rabbia.
Di aver fatto io, come al solito, qualcosa di sbagliato.
Ma quando mi ha violentato davanti ai bambini, allora ho capito che qualcosa di sbagliato, forse, l’avesse commessa anche lui.
Che mentre mi stringeva forte le mani intorno al collo, minacciava di uccidermi se solo avessi osato parlane con qualcuno.
È allora che ho temuto il peggio, che la mia mente si è risvegliata all’improvviso.
E mi sono vergognata di me stessa, per aver taciuto, per aver tenuto dentro di me tutto quello squallore, mentre i lividi mi urlavano in faccia ogni torto subito.
E sono scappata via, lontano, senza più voltarmi indietro.

Cara signora, io “non me la sono andata a cercare”, le donne che muoiono ammazzate non se la vanno a cercare una morte così infame.
Le sue parole offendono.
Me, e tutte le donne che hanno
pagato con la vita qualcosa che con l’amore ha poco a che vedere.
Donne che, se riusciranno a sopravvive, vivranno per sempre di vuoti.
Senza più stima e fiducia verso se stesse e gli altri.
Ma le donne riescono a venirne fuori prima o poi, mi creda.
E saranno certamente donne migliori di ieri.
Cara Palombelli, dovrebbe vergognarsi.
Per il ruolo pubblico che occupa, lei è il male assoluto di tutte le donne vittime della violenza degli uomini … e non solo.