IL LEGAIOLISMO

DI TURI COMITO

Circolano articoli e post e tweet, perfino di gente intelligente, tutti con lo stesso tenore e retropensiero: la fine di Morisi è il preludio alla fine di Salvini, alla fine del leghismo che pesca nel torbido del razzismo, dell’omofobia, del sovranismo fascistoide.

Questi scritti (e orali) ricordano tantissimo i de profundis recitati due anni fa quando Salvini, con la dichiarazione del Papeetee, uscì dal primo governo Conte.

I fatti, come immodestamente rilevai già allora, hanno smentito quelle dichiarazioni di morte precoce come non tarderanno a smentire queste.

Perché il legaiolismo non è una creazione di Salvini, né di Morisi, né di Bossi. Il legaiolismo è il frutto della dominanza dell’individualismo fascistoide che reagisce alle incertezze dell’individualismo liberista. Il legaiolismo è farneticazione egoista, reazionaria, consumista. E la sua incarnazione salviniana è solo una delle tante modalità con le quali appare.

Ho il piacere di ripetermi.

Può anche scomparire Salvini e la lega. Non scomparirà il suo elettorato. Si sposterà eventualmente. Forse con Meloni, forse con altri. Ma ci sarà sempre anche se camuffato e orienterà le scelte dei partiti dove troverà ospitalità.

Non è Salvini (né Morisi) che ha creato il salvinismo.

È il salvinismo che ha creato Salvini (e Morisi).