DI VINCENZO G. PALIOTTI
Si celebrano in questi giorni le Quattro Giornate di Napoli, il primo atto di ribellione del popolo di una grande città contro il nazi-fascismo, settembre 1943.
Gli scontri iniziarono il 27 di settembre del 1943 quando i tedeschi, per ordine del colonnello Scholl comandante della piazza, cominciarono a rastrellare la città catturando circa 8.000 uomini destinati ai campi di lavoro in Germania. Fu questa la scintilla che fece scoppiare la rivolta che si protrasse per quattro giorni durante i quali i nazisti non smentirono la loro nefasta fama di assassini fucilando chi si ribellava senza fare distinzione tra giovani, vecchi, donne e ragazzi.
Un altro fatto scatenò l’ira dei napoletani: l’esecuzione di un marinaio ventiquattrenne, Andrea Mansi, classe 1919, alla quale esecuzione furono costretti ad assistere, ed applaudire migliaia di napoletani, sotto la minaccia delle armi, dalle truppe tedesche. Testimone di quell’orrendo crimine fu il giornalista napoletano Antonio Ghirelli.
Alla città di Napoli, prima in Europa a ribellarsi al giogo nazifascista, fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con la motivazione: “Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un’impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle “Quattro Giornate” di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria.”.
Altre medaglie d’oro, alla memoria, furono conferite a ragazzi poco più che adolescenti come Gennaro Capuozzo, di 12 anni che cadde combattendo contro gli invasori. Gennarino, per tutti, diventò il simbolo della rivolta ed il suo sacrificio servì a tutti i combattenti quale esempio.
Tanti furono gli atti eroici come quello di Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia, importante fu il contributo delle donne nella rivolta. Maddalena affrontando i nazisti, combattendo senza paura impedì la distruzione di una fabbrica e del ponte della Sanità, che permetteva e permette tutt’oggi l’ingresso al centro della città. Il ponte è oggi a lei intitolato.
La città, ormai liberata, dopo 4 giorni di aspri combattimenti il 1° ottobre fu consegnata dai partigiani napoletani agli anglo-americani, con i tedeschi in rotta verso il nord.
Le Quattro Giornate di Napoli ebbero un importantissimo risultato morale e politico per l’insurrezione nazionale ed impedirono ai tedeschi di organizzare una resistenza in città e anche, come Hitler stesso aveva chiesto, che Napoli fosse ridotta “in cenere e fango”, prima della ritirata.
Il bilancio delle perdite fu di 168 partigiani e 159 cittadini, altre fonti e dai registri del cimitero di Poggioreale i caduti risultavano in 562.