LE DISAVVENTURE DI MIMMO LUCANO, UN “BANDITO IDEALISTA DA WESTERN”

 

DI EMILIANO RUBBI

Marcello Dell’Utri è stato condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Cioè: 7 anni per aver aiutato ed essersi fatto aiutare dalla mafia.

Luca Traini, il nazista ex candidato della Lega che un bel giorno decise di uscire di casa e sparare a ogni persona con la pelle scura che incrociava, fu condannato a 12 anni di galera per strage.

Marco Miclari, un senatore di Forza Italia, tre giorni fa è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per aver chiesto e ottenuto voti dalla ‘ndrina Alvaro di Sinopoli, una cosca ‘ndranghetista.

Il nostro codice penale punisce lo stupro con una reclusione tra i 6 e i 12 anni. Cioè: se un uomo decide di stuprare una ragazza, in media va in carcere per 6 o 7 anni.

Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e due mesi di carcere, oltre che a restituire le centinaia di migliaia di euro di finanziamenti ricevuti da Riace da parte dell’UE e del governo.

Per la giustizia italiana, Mimmo Lucano ha fatto qualcosa di molto peggiore rispetto a chi collaborava con la mafia, molto peggiore rispetto a chi stupra una ragazza, peggiore anche rispetto a chi esce in strada e inizia a sparare alla gente in base al colore della pelle: ha cercato di aiutare chi non aveva niente.

Mimmo Lucano non ha intascato un solo euro da tutto quello che ha fatto. E adesso non ha neanche i soldi per pagare l’avvocato per l’appello.

Ha commesso degli illeciti, sulla carta? Probabilmente, tecnicamente, sì, come ha detto anche lui. Ma tutto quello che ha fatto è stato solo per aiutare gli altri, i più deboli, quelli che non aiutava nessuno se non lui. Tanto che la sua Riace, un paesino abbandonato della Calabria, è diventata un esempio di integrazione per tutto il mondo.

In un paese dove la politica vive e prospera sull’odio per il diverso, sull’egoismo, sull’intolleranza e sulla meschinità, lui viene condannato per aver cercato di dare una mano a chi era da solo di fronte a tutto questo.

Di solito si dice “le sentenze si rispettano”. Ma no, questa sentenza io non la rispetto, perché è semplicemente assurda, vomitevole. È una sentenza politica.

E se la legge prevede questo, la legge va cambiata immediatamente, perché è sbagliata.

In un paese dove, in spregio a ogni senso del ridicolo, si propone come presidente della repubblica un vecchio puttaniere, pluricondannato, che si circondava di mafiosi, condanniamo a 13 anni di carcere un uomo buono che voleva solo aiutare gli ultimi tra gli ultimi.

Io non la rispetto questa sentenza, al massimo la disprezzo.

E disprezzo un paese che permette che tutto questo possa accadere davvero, come nel peggiore dei film distopici.

C’è ancora l’appello, e se non basta si andrà in Cassazione.

Se servirà un aiuto, anche economico, sono sicuro che saremo milioni a darglielo senza battere ciglio.

Mimmo Lucano sarà riabilitato di fronte alla Storia.

Di questo potete esserne sicuri.