IL (FU) GOVERNO DEI PEGGIORI

 

DI GIANCARLO SELMI

L’ultimo governo Berlusconi fu il peggiore di tutti.

Quello con dentro la “Meloncina” nelle funzioni di Ministro della Gioventù, lo stesso nome del ministero che evocava gli “eia eia alalà”.

Quello con il Brunetta della fase negativa, tutto licenziamenti ed insulti. “Gli impiegati pubblici sono dei fannulloni”, tuonato dall’alto della sua competenza.

Quello della Gelmini all’opera, con successo, per distruggere ciò che restava di una delle migliori scuole del mondo.

E dentro il governo c’erano pure loro, i leghisti, difensori della piccola impresa. Ma dimenticarono di difenderla, presi da un’altra occupazione: l’occupazione sistematica di tutti i posti di potere possibili. E la piccola impresa morì, come mai nel secolo ventesimo e nella piccola parte di secolo successivo. Morirono più di mezzo milione di piccole imprese e, insieme a loro, migliaia di imprenditori che si suicidarono.

Fu il tempo non dell’abbassamento delle tasse, promesso e mai concesso, ma di concessioni di aumenti di privilegi ad essi stessi, di auto investiture, auto referenzialità, auto blu.

Fu il governo di Tremonti e della “finanza creativa”, dell’azzeramento dei fondi destinati alla ricerca, della cancellazione dei fondi destinati alla cultura, perché “con la cultura non si mangia”, disse.

Fu il governo delle cartolarizzazioni, della svendita a prezzi di realizzo o, meglio, da offerta al supermercato quando i prodotti si avvicinano alla data di scadenza, di un’ampia parte del patrimonio immobiliare pubblico. Tutto a favore di amici, amici degli amici e furbetti del quartierino e pure dei quartieroni.

Fu il governo della svolta sul privato di scuola e sanità e del definanziamento di scuola e sanità pubblica. Con quel governo si cominciò ad aggiungere, negli zainetti dei bambini, ai libri ed ai quaderni la carta igienica. E un ecodoppler gratuito si cominciò a prenotare per l’anno successivo.

Furono i tempi di Gheddafi a Roma e delle odalische con il Corano.

Delle riunioni che si spostarono in una villa e furono battezzate “cene eleganti”. Un restyling delle vecchie fumose ed incartapecorite riunioni dei precedenti premier, con consigliere regionali, donne politiche e, forse anche ministre, vestite da infermiere. Politica e divertimento insieme, perché no? Mentre fuori impazzava il divertimento dei mercati sui titoli di stato italiani, il declassamento del debito sovrano ad un gradino sopra la spazzatura e l’Italia entrava a fare parte, con pieno merito, dei PIGS.

Ora, un paio di ministri di quel governo sono diventati “migliori”, un altro ministro di quel governo è il capo del primo partito italiano.

Il presidente di quel governo, nel frattempo diventato pregiudicato in virtù di una sentenza definitiva, il “federatore” di tutto ciò si possa federare, è in pieno processo di santificazione a reti e giornali unificati. Dimenticando, in ordine sparso, disastri, cene eleganti, evasioni fiscali, leggi “ad personam”, prostituzione, corruzioni di giudici e sentenze comprate, rapporti con mafia e/o mafiosi, partecipazione ad eventi oscuri e drammatici. Gli hanno condannato tutti gli amici e tutti lavoravano per lui negli eventi sanzionati. Un mistero tutto italiano.

Stanno preparando in pompa magna il suo ingresso al Quirinale che gli garantirà il suo amico Renzi. E sarà la più grande “porcata” mai prodotta dalla politica italiana.

E gli italiani? Bah… La maggioranza di loro in “acque torbide e maleodoranti” pare si trovi bene, quindi…