DI EMILIANO RUBBI
È stato affondato dalla destra, ma anche da Italia Viva e da Renzi, che ha ritirato l’appoggio a un disegno di legge che aveva contribuito a creare e che oggi non era in aula perché doveva andare dal suo amico Bin Salman, quello del famoso “rinascimento arabo”, dittatore e mandante dell’omicidio Kashoggi.
Festeggia la Lega, festeggia la Meloni, festeggiano gli Adinolfi e i Pillon: una legge che doveva servire a combattere l’omofobia è stata scongiurata.
L’hanno spacciata per una battaglia sulla “libertà d’opinione”, ma la verità è che siamo un Paese ancora largamente arretrato a livello culturale, a livello sociale e in tema di diritti civili. Tanto è vero che, per dirne una, il nostro è l’unico Paese in tutta l’Europa occidentale che ancora non riconosce i matrimoni gay.
Ma questa è la classe politica che gli italiani hanno votato. Quelli in Parlamento sono solo il riflesso di ciò che c’è fuori.
E oggi, in gran parte, siamo ancora questo: un Paese condizionato da un’enorme arretratezza culturale e da una politica che, di quell’arretratezza, si è sempre avvantaggiata e sulla quale ha costruito e continua a costruire le sue fortune.
Ed è inutile illudersi che non sia così.
Finché non cambieremo il popolo italiano, è inutile seguitare a sperare che lo faccia la politica.