DI EMILIANO RUBBI
C’è una città, in Italia, dove alle donne è vietato indossare gonne troppo corte e vestiti troppo scollati.
No, non è una notizia del 1940, parliamo della Terni del sindaco leghista Leonardo Latini (in foto), che ha proibito con un’ordinanza quello che, secondo lui, turba “il decoro e la vivibilità dei luoghi cittadini”.
Quindi anche “la nudità” delle scollature e delle minigonne, che per Latini sarebbero riconducibili alla prostituzione. In pratica: se mostri un po’ troppo le gambe o il seno, ad insindacabile giudizio del sindaco leghista, potresti essere una prostituta, quindi devi essere multata.
E questi sono gli stessi che, un giorno sì e l’altro pure, abbaiano contro l’Islam che “mortifica le donne” e contro la “privazione della libertà” del Green Pass, per capirci.
Questi sono quelli che hanno urlato di gioia quando è naufragato il DDL Zan, perché “limitava le libertà individuali”.
Perché ovviamente loro devono essere liberi di poter insultare quanto vogliono una trans o un gay, ma una scollatura troppo generosa va vietata, perché potrebbe indicare che sei una prostituta.
Forse è per questo che la Lega ce l’ha tanto con i radicalismi islamici: sono semplicemente gelosi del loro maggior successo.
I leghisti, in fondo, sono solo dei talebani che non ce l’hanno fatta.