FAR PARLARE IL QUADRO: GUTTUSO INTORNO A MARTA

DI LIDANO GRASSUCCI

Esiste un’arte forte, forte nei colori. Non da pensiero debole di Gianni Vattimo, ma da sensazioni forti. Esiste un arte di desiderio, di esclusione della banalità. Un’arte che anche se l’impegno è la rivoluzione ci si perde nella passione. Un’arte che dipinge la bellezza non per il suo noumeno (come cosa in se) ma per il suo scaturire dal desiderio. Un’arte dove l’uomo è la sua essenza, direi una bellezza nella sua struttura.

Il dipinto è di Renato Guttuso, il soggetto è Marta Marzotto, la bellezza è nella loro passione. I tetti fanno da palcoscenico al silenzio che merita il pensiero di lei per un lui che la immagina immaginante e la dipinge per sempre. Ma non la dipinge come donna di retorica bellezza, la dipinge dopo che l’amore l’ha resa come è. La bellezza diventa non statica della perfezione, ma dinamica della passione. Ha fatto l’amore, ha amato, è stata amata, è stata al centro del mondo e pensa quel mondo, così indelebile per lui che la ferma, la “fotografa”, ma l’obiettivo non è “meccanica” dell’ottica, ma irrazionalità della passione.

Qui è dipinta una passione, qui ci sono due dipinti: lei dipinta da lui, lui immaginato in un dipinto tutto fatto da lei. Un incrocio assolutamente straordinario. Fuori da ogni ordine.

E’ dipinta la passione e parlano di loro, ma dentro c’è la bellezza del mondo che non è conto ma passione.

Renato Guttuso, ritratto di Marta Marzotto

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