DI CLAUDIA SABA
In tutte le case del vicolo dove abitava mia nonna, la sera del primo novembre, si mettevano i lumini sui davanzali delle finestre.
E quel vicolo si trasformava all’improvviso.
Si riempiva di luce, quasi fosse giorno.
“Quando passano i morti devono vedere bene. Diventano umani per una notte, prendono da mangiare e poi tornano di nuovo angeli”, diceva mia nonna.
E insieme ai classici lumini rossi, sui davanzali si poggiavano anche pane, dolcetti e vino.
Era importante accoglierli nel migliore dei modi e che vivessero quella notte, con la vicinanza del calore umano.
Imparai quella tradizione da bambina e se da un lato mi affascinava dall’altra mi rendeva inquieta.
La casa di mia nonna era disposta su due piani.
Al primo c’era il cortile, la grande cucina e il bagno, al piano superiore, le camere da letto.
Ovviamente i lumini, il cibo, i dolcetti e il vino, erano ovunque.
Da lei andavo proprio durante le feste obbligate.
La notte dei morti, prima di salire a dormire, mia nonna si raccomandava sempre:
“stai lontana dalle finestre altrimenti, le anime, non si fermano”.
Ma non riuscivo proprio a stare ferma nel letto e così mi sedevo davanti alla finestra aspettando il loro passaggio.
Mi addormentavo sempre prima, però.
Non so se prima o dopo.
Fatto sta che i morti, io non li ho mai visti.
L’ultima volta che andai a trovarla, mio nonno Lorenzo era morto da poco tempo.
E quella notte prima dei morti era più triste di tutte le altre.
Seduta con lei davanti al camino della grande cucina, poi di nuovo i lumini, il cibo, il vino.
“Stasera passerà anche il nonno, vero?”, le chiesi all’improvviso.
Lei mi guardò senza rispondere.
Salendo in camera pensai che quella notte sarei rimasta a dormire tutto il tempo. Poi mi voltai verso la finestra e per la prima volta trovai i davanzali dei piani superiori senza lumini, senza cibo ne’ vino.
Tirai un sospiro di sollievo.
Il mio nonno non avrei mai voluto vederlo mentre prendeva il cibo dal davanzale della mia camera.
Quella notte lo sognai.
Sorrideva con me nei campi e mi prendeva in giro mentre scappavo, urlando, alla vista di un insetto.
No, le persone che amiamo non passano di notte tra viali illuminati da tetri lumini rossi.
Non aspettano di vederci dormire per venire a trovarci.
Loro sono sempre con noi.
Di notte, di giorno, in tutti i nostri pensieri.
Loro tornano sempre.
Nei nostri sogni ad occhi aperti e restano, restano con noi per sempre.
A regalarci abbracci tra le nuvole.