MEREDITH ASPETTA LA VERITÀ DA 14 ANNI

DI CLAUDIA SABA

Lei è Meredith Kercher, una studentessa inglese di 22 anni, assassinata a Perugia, il 1° novembre di quattordici anni fa.
È la notte di Halloween.
Della sua morte atroce conosciamo solo la verità processuale ma non quella reale.
Un delitto inquietante quello di Meredith, ammazzata con 47 coltellate.
I sospetti ricadono subito su una sua coinquilina, Amanda Knox, una ragazza americana di 20 anni, e sul suo fidanzato, Raffaele Sollecito, di 23.
Durante l’interrogatorio Amanda accusa del delitto il suo datore di lavoro, Patrick Lumumba.
L’uomo viene arrestato e trattenuto in carcere per quattordici giorni.
Ma le accuse sono false e Patrick, viene scarcerato.
Al suo posto vengono arrestati Amanda e Raffaele, i due fidanzati che però, negano ogni accusa.
È a questo punto che entra in scena un terzo uomo, Rudy Guede.
Il 20 novembre, Rudy viene bloccato dalla polizia a bordo del treno Coblenza-Magonza, in Germania.
Rudy si dichiara innocente.
Si difende, ma gli elementi contro di lui sono inconfutabili. Guede viene condannato in via definitiva a sedici anni di carcere.
I giudici stabiliscono che il colpevole del delitto è lui, ma insieme a “ignoti”.
Non di Amanda e Raffaele però, che prima vengono condannati e poi assolti.
Infine definitivamente assolti dalla Cassazione.
La stranezza di questa sentenza è che nonostante l’assoluzione, i giudici confermano la presenza dei due all’interno dell’abitazione dove è avvenuto l’omicidio.
Oggi, Amanda e Raffaele non sono più insieme.
Amanda si è sposata, mentre Raffaele è diventato un ingegnere.
Rudy si è laureato e non è più in carcere.
Di Meredith restano soltanto alcune foto e una sentenza senza giustizia.
Perché la verità sulla sua morte
resterà chiusa per sempre tra le mura di quella casa in via della Pergola a Perugia.
Nella notte di Halloween.
Chissà, forse anche lei era considerata una strega.
E le streghe, ancora oggi, vengono bruciate insieme alla verità.