PRIGIONE ETERNA

DI RINO GIRIMONTE

Ci fa prigionieri la morte nell’eternità della sua galera.

Nessuno è mai tornato, solo uno, dicono, peraltro subito scomparso, per ingrandire il mistero e farlo sopravvivere.

Eppure basterebbe un indulto parziale, una libertà vigilata che durasse un secondo, per uno soltanto, in rappresentanza di tutti gli assenti, per dirci come si sta, come va la vita oltre il confine e se valga la pena tanta sofferenza previa o, al contrario, rimpiangere per sempre il tempo breve della gioia conosciuto in questa parte della sponda.

È il segreto meglio guardato nel cassetto dell’universo e, ad averci le chiavi, s’illuminerebbe d’immenso l’infinita notte dell’umanità.

Ma siamo poca cosa, condannati al buio eterno, troppo peso sopporta la nostra anima per librarsi in volo, per tornare a planare sulla terra, troppo fragile la nostra fede per dare l’impulso, e la curiosità di Icaro è fatta di materiale infiammabile, troppo esili le sue ali per poter sfidare l’enigma, il dubbio, il mistero…

 

“Non sono che l’anima di un pesce con le ali
Volato via dal mare per annusare le stelle
Difficile non è nuotare contro la corrente
Ma salire nel cielo e non trovarci niente”.