DI REDAZIONE
L’attrice Monica Vitti, ha rappresentato nei primi anni Sessanta la risposta italiana alle bellezze antiretoriche e spigliate della Nouvelle vague francese.
Premiata più volte nel corso della sua carriera, ha ricevuto sei David di Donatello, tre Nastri d’argento, un Orso d’argento nel 1984 al Festival di Berlino per “Flirt” (1983) di Roberto Russo, e un Leone d’oro alla carriera nel 1995 alla Mostra internazionale del cinema di Venezia. E l’ultima edizione della Festa di Roma l’ha omaggiata in occasione della presentazione del doc ‘Vitti d’arte, Vitti d’amore’ di Fabrizio Corallo, andato in onda su Rai3 in cui vengono ripercorse la vita, la carriera e i sentimenti dell’attrice romana attraverso materiali d’archivio e le voci di personaggi come Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Enrico Lucherini.
Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti , frequentò a Roma l’Accademia d’arte drammatica, diplomandosi nel 1953, anno in cui debutta in teatro.
Al cinema Monica Vitti si avvicina come doppiatrice, nonostante la caratteristica voce roca. Come attrice si vide invece scartata in molti provini, a causa della lontananza dallo stereotipo delle ‘maggiorate fisiche’, allora imperante. A dare una svolta alla sua carriera è l’incontro con Antonioni (1957), che in teatro la fa diventare primattrice della Compagnia del Nuovo da lui diretta, e da allora un susseguirsi di successi e premi , dal palcoscenico di un teatro al set televisivo è un passo .
L’ultima apparizione pubblica dell’indimenticabile attrice risale al 2002, in occasione della prima teatrale di ‘Notre-Dame de Paris’. In quell’anno rilascia anche l’ultima intervista, prima di ritirarsi a vita privata a causa dell’Alzheimer che l’ha colpita, curata dal marito Roberto Russo che spesso è intervenuto per difendere la privacy dell’attrice dalle varie false notizie su di lei apparse in rete.
Grazia Biondi #fiducie#