LA LESIONE DEMOCRATICA DELLE NOMINE RAI

DI GIANFRANCO MICALI

L’aver escluso dalle nomine Rai gli appartenenti al Movimento Cinque stelle non è stata una drittata, ma una seria e preoccupante lesione dei nostri diritti democratici. Indipendentemente dalle nostre preferenze politiche.

Basta sostituire la parola lottizzazione con “pluralismo”.

Mi spiego meglio: ogni partito ha proposte e battaglie che possono interessare e coinvolgere anche chi la pensa diversamente sugli altri problemi. Prendiamo qualcuno che mai voterebbe Lega, ma condivide la lotta per le pensioni dopo la riforma Fornero. O un forzista favorevole al DDL Zan. E quanti di noi valutano giuste le istanze grilline per il reddito di cittadinanza e certe leggi anticorruzione?

Insomma, se non esiste nemmeno un dirigente che può decidere e intervenire quando la visione politica pende troppo da una parte, bè, viviamo un momento davvero difficile e inclinato. Sia per oggi che per domani. Perché una cosa è attuare il “fuori i partiti dalla Rai”, con una riforma che sia davvero tale, in cui venga previsto un pieno e generale rispetto democratico, e un’altra l’appropriarsi del bottino RAI, in nome del fatto che i Cinque stelle contrastavano la lottizzazione.

Come diceva John Donne? “…Non chiedere mai per chi suona la campana (dell’ingiustizia n.d.r). Suona per te”.