“MA NON ERA SPARITA?”

DI LUCIANO RAGNO

 

” Dicono che oggi è la Giornata dell’Aids. Ma la malattia non era sparita? Non se ne parlava più”.

Chissà in quanti questa mattina diranno così, vedendo la Tv o leggendo il giornale.

L’Aids non è sparita. C’è e fa ancora tanto male. Non è più un flagello, si muore di meno perché i farmaci fanno sopravvivere. Ma continua a circolare fra l’indifferenza e l’ignoranza. La sessualità ha altro cui occuparsi. E poi si sorprende quando arriva la diagnosi. Ne sanno qualcosa 352 italiani leggendo , l’altro anno, il responso delle analisi.

L’Aids c’è, in tutto il mondo. E non c’è il vaccino.
Una malattia dimenticata.

Lo ricordo bene. Anni ’80. In tutto il mondo l’Aids uccide. I Governi si organizzano ma in Italia si dice: ” Che volete che sia, è la malattia degli omosessuali, si infetta con il virus chi se lo va a cercare. E’ un problema loro”.

I casi crescono. E crescono i decessi.

Un medico saggio, Fernando Aiuti, lancia l’allarme: ” E’ tragedia, bisogna mobilitare l’opinione pubblica e svegliare il Governo”. Un giorno mi chiama: ” Luciano, perché con il Messaggero non gridiamo che di Aids muoiono anche le persone non omosessuali? Il virus non fa distinzioni”.
Aderisco con grande senso civico. Tutti insieme- colleghi giornalisti, medici, infermieri, semplici cittadini- fondiamo l’Anlaids ( Associazione per la Lotta all’Aids), organizziamo convegni, costruiamo case alloggio con il prezioso aiuto di Madre Teresa di Calcutta . Quanti colloqui, ricordo, con lei, saggia e santa donna.
In grande sintonia con Fernando Aiuti, fra le critiche, anche pesanti del mondo dei benpensanti, scrivo sul disinteresse dello Stato, vado a raccontare la malattia in giro per il mondo, scrivo due libri.

Lentamente, ma ci vogliono anni, l’Italia comprende che il virus non ci ha graziato. L’Anlaids, l’Istituto Superiore di Sanità , politici illuminati e media fanno cadere a picconate il muro dell’ignoranza e del perbenismo. L’Aids esce dal silenzio: terapie, ospedali, sussidi.

Ora è tornato il silenzio. Un altro muro. E non perché c’è il Covid.