DI ANTONELLO SETTE
“Un Capo dello Stato imposto da una parte politica è un’offesa ai padri costituenti”
Senatrice, ha visto la ridda di nomi ai nastri di partenza nella corsa al Quirinale?
La prego, non giochiamo. Voglio fidarmi del Parlamento. I Presidenti, che ho visto eletti durante le mie quattro legislature, erano tutti giusti e tutti diversi da quelli messi in campo nelle previsioni. Non è un gioco, ma l’istituzione più alta del Paese. Anche se la nostra vita è pubblica, le assicuro che non è bello vedere tutti questi nomi, che vanno e vengono sui giornali. Una volta un uomo, una volta una donna, anche se per fortuna le donne sono un po’ più al riparo. E, tantomeno, è bello vedere che sulla pelle del Presidente della Repubblica si debba giocare la vittoria di una parte politica sull’altra, perché è la negazione di quello che la nostra Costituzione vuole. La Costituzione prevede la necessità di un numero alto di voti, perché non vuole che il Presidente della Repubblica appartenga a una sola parte politica. Quindi, sia la ridda dei nomi, sia la convinzione che si possano buttare in giro nomi a caso, sono un offesa alla logica della Costituzione e a quella dei nostri costituenti, che erano stati molto saggi. Io, più studio i nostri costituenti e più mi addentro nella storia della Resistenza che ha preparato quei costituenti, più mi accorgo che non vogliamo bene, come dovremmo, alle istituzioni democratiche. Le dovremmo rispettare molto di più.
Quale è il suo identikit di un Presidente perfetto?
Per i tempi che ci attendono, un Presidente della Repubblica, che corrisponda al profilo costituzionale, deve essere innanzi tutto una persona, che abbia una consapevolezza vera di terzietà e di appartenenza a tutti. Deve, poi, essere un europeista appassionato. Uno che sappia far sognare gli Stati Uniti d’Europa soprattutto alle nuove generazioni. Deve, infine, essere uno che fa della Costituzione, come ha fatto Sergio Mattarella, quella che Azeglio Ciampi chiamava la Bibbia laica. Una Carta sacra. La Costituzione il futuro Presidente della Repubblica la deve amare, come la propria vita. Una persona, che è tutto questo, è un bel profilo.
Non sarebbe il caso di scegliere finalmente una Presidentessa?
Forse sì, anche perché tutti i Paesi del mondo, persino l’Africa, hanno avuto la loro Presidente donna. E ne hanno avute tante Il Sud America e il Nord Europa. Anche la pandemia ha mostrato come le donne sappiano agire con quella consapevolezza, determinazione e anche capacità di mediazione, che sono nel loro dna. Le donne hanno un maternage anche nelle istituzioni. Io ho avuto l’esperienza di lavorare con le donne di tutti partiti e regolarmente i risultati, che ci eravamo prefigurati, li abbiamo ottenuti. E fra quelle donne, che spero non rientrino mai nella ridda dei nomi papabili, ce ne sono alcune, che davvero sono terze, mai invise a nessuno e incapaci, a differenza degli uomini, di pronunciare frasi volgari o aggressive nei confronti degli appartenenti ad altri parti politiche. Sì, una donna che ci faccia sognare parità vere, una donna che appassioni i giovani che credono nelle istituzioni, una donna che non sia né aggressiva, né faziosa, potrebbe essere il profilo giusto.
Il nome di una donna non me lo vuole proprio fare?
No, la prego. Abbiamo sciupato già tanti uomini. Non sciupiamo anche una donna con un nome buttato nel calderone.
Intervista di Antonello Sette (SprayNews)