DI LIDANO GRASSUCCI
Bene, farò la terza dose di vaccino… anche la quarta se necessario e, se servirà, non negherò le successive.
Credo nel medico collega di quello che mi curò da piccolo per la mia magrezza e il mio rifiuto di mangiare (e ora sono cicciotto), al suo collega che quando un’auto mi travolse rimise in fila i miei pezzi e sono ancora qui (nonostante me).
Farò la terza dose per tentare di non star male e possibilmente di rimandare la morte certa che verrà, ma mi spiacerebbe arrivasse ora.
Farò la terza dose perché ho capito che il male che mi vorrebbe fregare io con la scienza lo posso ingannare.
La farò per l’orgoglio con cui i miei mi vaccinarono contro la polio, il tetano, il vaiolo e la difterite. Le ho fatte tutte e sono ancora qui, vivo, vegeto e pure fastidioso.
Ho diritto a vivere per il tempo che mi è dato e, in questo tempo, a soffrire il meno possibile e, se possibile, pure per niente.
Mi vaccino e considero inutile non farlo e mi fido.
Mi fido della scienza per le cose che non conosco come mi fido dell’ingegnere che ha fatto la casa, del barbiere che mi taglia i capelli e non il collo, del panettiere che mi prepara il pane e non la cicuta, del signore del gas che mi fa funzionare la stufa e non mi prepara la bomba, del signore dell’acqua che mi fa bere e non mi manda l’alluvione, del prete che prega per me e non mi fa la macumba, del mio amico che sta dalla mia parte e non è Giuda Iscariota, del macchinista del treno che mi porta dove debbo andare e non mi accorcia il tempo per arrivare al cimitero puntano al fuori binario.
Insomma mi fido degli altri come gli altri si fidano di me in questo mio delirio di scrivere cose capoculo ma di cui sono convinto per l’onesta di rimanere quel che sono.
DA