DI LIDANO GRASSUCCI
Dulcinea del Toboso era donna di osteria e Don Chisciotte cavaliere di sogni.
Lei si fa dama, lui guerriero cristiano a liberare la Spagna dai mori con lo stesso sale, la fantasia della follia. Sarà per quel virus che circola nelle osterie che ci sono i cantastorie.
Nell’osteria un viaggio tra un albero all’altro di una via consolare diventa il viaggio nel campare, uno donna che ti ha guardato l’amore che hai sempre cecato. Se sei nell’osteria troverai sempre un Sancho Panza che riderà di te non vedendo la nobiltà di Dulcinea, ma solo la sua carnalità. La donna che segna lo spazio della fantasia è sempre sirena e noi siamo non Ulisse legato ad ascoltare ma i marinai con le orecchie tappate a non poter amare.
Nella osteria il canto delle sirene non incontra i tappi di cera ma l’amplificazione del fino e tra la puzza di vino che sa di uva e solo di uva trovi l’amore impuro della dama femmina, e la forza per uccidere gli infedeli. L’osteria è posto per uomini e bambini, i vecchi a bestemmiare e sognare, che forse è la stessa cosa, e i bimbi a salvarli dall’oblio che fa le cose con il vino “di vino”, come sangue di un Cristo che qui è nei volti da Caravaggio degli astanti.
Osteria che puzza di corpi e di bisogni ma profuma d’avventura e in ogni parte del mondo metti sidro, rhum, birra o quel che vuoi tu ci sarà sempre un posto in cui puoi’ giocare a carte con il Signore degli uomini che è solo qua.
Dulcinea passa tra i tavoli con la grazia dei fumi di questo bere, i bimbi dal basso vedono giganti non uomini. Vedono rocce e gocce “di vino” in quegli occhi così piangenti, in quelle pelli contadine che qui, nella notte del Mediterraneo diventano uomini pronto per Lepanto, uomini dentro le fantasia della fantasia che è Omero. Hanno insegnato qui che l’umano è giustizia e l’amore è bellezza anche alla fine del mondo. Ogni bimbo si è fatto uomo in questi sogni e Dulcinea ha donato mille e mille sguardi.
Tutto finisce con il dolore che fanno i sogni alla testa e al fegato, domani sarà sole caldo di Mediterraneo e i sogni si faranno sudore, fame e dolore, poi rabbia e qualcuno tra le terre senza alberi farà rima di quella terra libera che è il posto “di vino”
Nella foto: Dulcinea del Toboso, Charles Robert Lesli 1839
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