DA REDAZIONE
Aveva solo 27 anni Mamadou. Veniva dalla Guinea. È morto stroncato per il freddo tra le coperte e i cartoni inumiditi, vicino alla Stazione Termini a Roma.
Ad accorgersi del suo corpo ormai privo di vita, un passante la sera di giovedì, una delle giornate più fredde di questo inverno.
E non è la prima vittima nella capitale. La mattina del 1° dicembre era stato trovato morto un altro clochard, un italiano di 78 anni, all’interno di un’autovettura alla Garbatella.
Le loro sono morti che devono aprire profonde riflessioni, in termini di indifferenza, integrazione e umanità nel nostro Paese. Soprattutto con riferimento agli oltre cinquantamila senza tetto in Italia, secondo le ultime stime, che, come Mamadou, vivono ai margini delle nostre città.
Povertà, abbandono, solitudine, disagio psichico alimentano questo mondo parallelo, ben visibile da tutti ma che si fa fatica a vedere, che anzi non si vuole vedere. Un mondo fatto di fragilità, diverse ma dallo stesso drammatico esito, alle quali non si riesce ancora a rispondere adeguatamente nonostante l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, del volontariato, da sempre in prima linea. Sono loro, i volontari, a portare al popolo della strada un pasto caldo, vestiti, coperte e un po’ di calore umano, per cercare di rendere meno dure queste gelide notti.
Ma evidentemente non basta.
Stefania Ascari