“ATREJU”

DI MARIO PIAZZA

 

 

Da 23 anni Atreju è la manifestazione ideata dalla Giorgia nazionale per nobilitare la cultura fascista.

Su quel palco in passato si sono esibiti nel loro demenziale e patologico solipsismo personaggi come Fausto Bertinotti, Mario Capanna e naturalmente Walter Veltroni, Matteo Renzi e Giuseppe Conte.

Demenziale e colpevole, perché Atreju è il protagonista del romanzo “La storia infinita” che epicamente lottava contro l’avanzata del Nulla, mentre per tutte le persone perbene e per la Costituzione la storia del fascismo italiano è finita da 76 anni e il Nulla contro cui l’Atreju meloniano vorrebbe lottare noi lo chiamiamo Democrazia.

Epicamente, epico come quell’aggettivo guerresco “patriota” usato dalla Meloni per definire il primo requisito del futuro presidente della repubblica che lei sosterrà, e visto che potrebbe essere Berlusconi non posso fare a meno di sorridere pensando a boccaccesche battaglie ingaggiate nei lettoni di Arcore contro le sue prosperose “nemiche”.

C’è poco da sorridere purtroppo, perché le stolide comparsate dei leader democratici che su quel palco sono andati a cercare impossibili consensi seppelliscono sotto la loro insipienza le parole di un grande e vero comunista, lui sì patriota, quel Gian Carlo Pajetta che orgogliosamente affermò “Noi coi fascisti abbiamo finito di parlare il 25 Aprile del 1945”.