LETTERA DI UN BAMBINO MAI NATO…

DI ANTONELLA PAVASILI

 

 

Ma che cosa strana mamma, stavo per arrivare e mi son fermato di botto.

E chi se lo aspettava mamma?

Era tutto pronto, lo so bene.

Ti sentivo mentre con papà preparavate ogni cosa.

Il mio lettino, le lenzuola, le copertine, il corredino, la camicina della fortuna che da noi si usa tanto.

Perché lo so sai che le mamme siciliane tengono tanto alle tradizioni.

Quella camicina di seta preziosa l’avrei indossata appena nato e di sicuro me l’aveva regalata una zia, una nonna o una tua cara amica.

E sai cosa mi dispiace mamma? Che tu e papà non avete fatto in tempo a vedermi.

Chissà quante volte mi avete immaginato…

Magari vi chiedevate di che colore fossero i miei occhi e i miei capelli, se la mia bocca fosse più somigliante alla tua o a quella di papà.

E invece non avete fatto in tempo.

Non abbiamo fatto in tempo.

Perché nemmeno io sono riuscito a vedervi anche se di voi sapevo tutto.

Conoscevo l’odore, le parole, i sogni e l’amore immenso che avevate per me.

Che strana magia è la vita mammina mia.

Così strana che a volte finisce ancora prima di cominciare.

E così ce ne siamo andati insieme.

Tenendoci fitti fitti.

Amandoci come matti senza nemmeno essere riusciti a vederci.

Ma sai che ti dico mammina?

Forse è meglio così.

Ci prendiamo per mano, io, tu e papà e spicchiamo il volo.

Restiamo per sempre insieme almeno.

Sarebbe stato forse più brutto se uno di noi fosse rimasto e gli altri via.

Terribile secondo me.

Sarebbe stato come togliere un pezzo al presepe.

Ma noi il nostro presepe lo teniamo unito.

E andremo a vivere lassù, dove non ci sono tubi del gas che scoppiano, dove c’è sempre il sole, il cielo è azzurro e i bimbi cantano.

Hanno le ali e si chiamano Angeli.

Come adesso ci chiamiamo noi.

Io, tu e papà.

Mentre voliamo lassù.

Insieme, insieme, per sempre insieme.

E voi, laggiù, se ci riuscite, non piangete per noi.

Se potete, pregate.

Perché noi solo di questo abbiamo bisogno.

Di preghiere.

Mentre insieme, tenendoci per mano, voliamo lassù

Come mi chiamo?

Boh…non so.

Chiamatemi Angelo che mi piace tanto…

In foto mamma Selene, papà Giuseppe e…Angelo, che nessuno ha mai visto perché non ha fatto in tempo a nascere.
È rimasto sepolto sotto le macerie, dopo l’esplosione a Ravanusa, nell’Agrigentino, nel grembo di sua madre.