DI MARIO PIAZZA
Dieci giorni a Natale, giusto quelli che serviranno al virus per espandersi fino a ridurci nelle misere condizioni dello scorso anno.
Certo la colpa non è solo dei no-vax, troppo poco è stato fatto per disinnescare le trappole costituite dai mezzi di trasporto affollati, dalle aule scolastiche e dai centri commerciali. Controlli pochi e comunicazione pessima, sembra che la risposta alla pandemia sia stata delegata al buonsenso della popolazione che non è proprio la qualità per cui gli italiani sono famosi nel mondo.
Oggi almeno parzialmente lo stato prova a ritrovare le ragioni del bene collettivo che ne giustificano l’esistenza imponendo il vaccino ai suoi dipendenti. Il personale sanitario no-vax si toglierà il camice, gli insegnanti consegneranno al preside i registri di classe, le forze dell’ordine deporranno distintivi, tesserini, manette e pistole.
Tutti a casa e senza stipendio, fino a quando non ritroveranno il senno perduto.
Dispiace e preoccupa che scienza, logica e matematica nulla abbiano potuto per convincere le menti frastornate ed impaurite di questo piccolo esercito di disadattati, ma al tempo stesso dovremmo tirare un sospiro di sollievo sapendo che da oggi i loro superpoteri di nuocere agli altri sono stati neutralizzati.
E domani, quando la pandemia sarà sconfitta o quando obtorto collo anche i poliziotti, i medici e gli insegnanti no-vax saranno vaccinati? L’idea che chi sta certificando la voragine cerebrale che lo affligge possa tornare a occuparsi di noi, della nostra salute, della nostra sicurezza e dei nostri figli mi spaventa quasi più del Covid.
Se una tara così imponente si fosse manifestata al momento del loro concorso pubblico sarebbero stati cacciati dall’aula degli esami, è per questo che comunque andrà a finire dovrebbero essere costretti a cambiare mestiere.