DI CLAUDIO KHALED SER
Tutti intenti a festeggiare il compleanno del Bambino, figlio di quel Padre, primo Responsabile di cio’ che siamo e di quello che saremo, almeno fino a quando ci toccherà di esserci. Perché possiamo anche parlarne all’infinito del “libero arbitrio” ma Lui, Omni-Tutto, sapeva benissimo cosa sarebbe diventato il giochino da Lui stesso creato.
Tant’é che ci ha provato con un diluvio a mettere la parola game-over alla sua vanità di Creatore, ma ne ha salvato uno. Errore colossale.
Quell’uno, che purtroppo sterile non era, ne ha fatti altri ed il Creatore non se l’é sentita di fare un diluvio all’anno per toglierseli dalle palle.
Quindi, tra pochi giorni, saremo ancora una volta qui a festeggiare il di Lui Figlio, che pare abbia scelto la Terra, minuscolo ed inutile pianetino in mezzo a qualche milione di simili, per farsi Essere Vivente e “salvare” l’Uomo dal Male.
Non mi pare che il tentativo abbia avuto successo.
Qualche miliardo di Persone s’apprestano quindi a ricordare le parole del Nazareno. Sono più o meno gli stessi che lo fanculano ogni giorno, che se ne sbattono del Messaggio consegnato a 12 per essere divulgato agli altri.
E’ il giorno dell’ipocrisia, il trionfo della vergogna.
Si sprecano parole di Bene con le mani sporche, stampandosi in faccia quello stupido sorriso benevolo di chi si sente esente da tutto quello che ci succede intorno.
Esenti un cavolo.
Smettiamola con la manfrina del “ma io che cosa posso fare”?
Puoi fare e se non lo fai non cercare scuse, pretesti, alibi.
Di semplicemente che non hai voglia di farlo.
Coerenza almeno.
E sarà ancora una volta Natale perfino qui dove il Natale non esiste.
Dove un dio ne ha soppiantato un altro e si celebra un compleanno diverso.
Ma la musica non cambia, anzi le note sono ancor più stonate.
Sarà Natale a Kabul, a Tripoli, a Sanaa, perfino a Gerusalemme……. e questo é il colmo.
Sarà Natale a pochi km da quella fiabesca grotta; illuminata ieri dalla cometa ed oggi dai lampi delle bombe sioniste.
Sarà Natale nei campi di concentramento, Gaza su tutti, dove migliaia di bambini non avranno una vita da vivere.
Sarà Natale nei campi resi aridi dalla siccità e quindi senza un filo d’erba da mangiare, nei pozzi asciutti senza un goccia d’acqua da bere, nelle capanne di fango dove Esseri Umani scontano la pena di vivere.
Sarà Natale sul Mediterraneo, tra quelle acque che hanno ucciso migliaia di Persone disperate in cerca di salvezza e lo sarà pure sulle rotte tracciate nella sabbia del deserto sahariano dove altri corpi giacciono nascosti dall’orrore.
E noi siamo qui a festeggiare con le nostre lucine colorate il compleanno del Figlio del Padre, a farci regali tra di noi come se il compleanno fosse il nostro e non il suo.
Non vi faro’ gli auguri, non c’é senso nel farli.
Mi limiterò a pensarvi, a continuare a volervi bene, a sperare che un giorno qualcosa possa cambiare, pur sapendo che é solo la mia stupida follia a crederci.
Ma sappiate che, seppure in un momento per me molto difficile, non smetto comunque di esservi vicino.
Ciao