DI MARIO PIAZZA
Il Mediterraneo è un mare generoso.
Da anni inghiotte nel buio e nel silenzio migliaia di vite umane senza disturbarci troppo, appena l’acqua salata entra in quelle bocche e si richiude sopra quelle teste cala il silenzio, istantaneamente.
A noi rimangono le poche immagini confuse dei salvataggi e qualche sprazzo della vita a bordo delle navi soccorritrici, esseri umani ammassati come bestie ma comunque in viaggio verso la salvezza. Nulla che non possa essere spazzato via con un colpo di mouse o di telecomando, nulla che possa impedire al governo di finanziare gli aguzzini libici e ai fascio-patrioti dell’opposizione di invocare i blocchi navali e gli affondamenti.
Il gelo dei boschi polacchi e bielorussi è molto meno generoso, come il mare ammazza lo stesso gli “invasori” ma fino a quando l’assideramento non sopraggiunge quegli uomini possono agitarsi, quelle donne possono gridare e quei bambini possono piangere e poi, benedettiddio, non hanno neppure la pelle nera.
Uno spettacolo di disperazione e di morte così poco in sintonia col Natale, talmente violento e persistente da costringere i governanti europei a spendere qualche vuota parola di solidarietà e l’informazione a somministrarcene soltanto qualche pillolina omeopatica, meglio riempire i buchi con gli edificanti servizi sullo shopping natalizio.
In fondo anche Babbo Natale arriva da zone gelide, no?