DI ANTONELLA PAVASILI
Ho appreso da Facebook e da qualche gruppo Whatsapp che è morto un giovane di 44.
Non lo conoscevo se non di vista.
Viveva all’estero per lavoro e all’estero, lontano dalla sua terra, se n’è andato.
Pare sia morto di Covid e, francamente, non mi importa sapere se fosse o meno vaccinato.
È morto.
E aveva solo 44 anni.
E la notizia mi ha intristita profondamente.
Perché quando s’avvicina Natale tutto si amplifica.
La gioia, ma anche il dolore.
Il rimpianto, ma anche i rimorsi.
La nostalgia, ma anche la speranza.
Perché quando si avvicina il Natale ogni posto a tavola dovrebbe essere occupato, e i bambini dovrebbero solo ridere, e le mamme dovrebbero solo gioire.
Perché quando si avvicina il Natale la morte, la sofferenza, l’odio, i rancori, i risentimenti dovrebbero sparire.
E se è vero che contro la morte, contro la malattia, contro la sofferenza fisica poco o nulla possiamo fare è anche vero che tanto dolore potremmo spazzarlo via con pochi semplici gesti, con poche semplici parole.
Pochi gesti.
Un abbraccio, un bacio.
Poche parole.
Perdonami se ho sbagliato, scusa, ti voglio bene.
Facciamolo per chi non c’è più, per chi non ha fatto in tempo a dare quel bacio, per chi non è riuscito a chiedere scusa.
Facciamolo per loro ma anche per noi.
E sarà il più bel regalo di Natale.
Da fare e da ricevere.