DI GIANCARLO SELMI
Ho visto Toti mangiare il migliore tartufo (gelato, lui ha dimenticato di dirlo, lo aggiungo io) del mondo a Pizzo Calabro. Lo stesso Toti, l’ho visto poi, mangiare le migliori trofie gamberetti e crema di ceci del mondo (o pennette agli scampi?), in Liguria (luogo imprecisato, mannaggia).
Ho visto Santanchè in treno, poi al privè in spiaggia, con un cane appena uscito da un concorso di bellezza. Ancora la Santanchè in pulcro e firmatissimo completino da tennis (peraltro la cosa più elegante che abbia mai indossato in tutta la sua sfavillante vita), prima del suo torneo pomeridiano.
Ho visto Salvini con una insalatona da invidia in quel di Soverato. Lo stesso Salvini con un caffè megagalattico fattogli dalla zietta di 80 anni, con l’unica moka al mondo che fa i caffè con la schiumetta, proprio come quelli del bar di Angiolino.
Mancano solo i selfies dal cesso di Sgarbi. I più comunicativi, quelli degni della pop art di Andy Warhol. Lui su di un cesso: pura poesia.
I più brutti? Forse no.
Ho sentito e letto, poi, i quattro lamentarsi del Reddito di Cittadinanza, perché questi riccaccioni dei percettori si permettono di mangiare. Li ho sentiti lamentarsi di Di Maio che si permetteva di stare in spiaggia a ferragosto. Nessuno dei quattro, invece, ha fissato ancora, il primo giorno di lavoro della sua vita. E, a parte proclami, attacchi agli avversari politici o alla Lamorgese (che può darsi abbia tutti i difetti del mondo, ma fa il contrario di quello che faceva Salvini: lavora), i soliti elenchi con le dita. Nessuno dei quattro ha mai parlato, neppure per un secondo, di ciò che secondo loro andrebbe fatto.
Lo ha fatto la Meloni a fine agosto, sempre sul solito tema dei migranti: “blocchi navali subito” ha detto. Che ridere…….
E, dal paese più imbecille del mondo, è tutto.
Nel 2022 vi aggiorneremo sul menù di capodanno del capitone, appena lo avrà postato, accompagnandolo con l’aria vagamente ebete che lo caratterizza.