DI MARINO BARTOLETTI
La fiction sui Fratelli De Filippo di Sergio Rubini è un altro bellissimo gol di Rai 1 in questo finale d’annata televisivo: 4 milioni di spettatori (meritatissimi) per assistere al racconto garbato di quella che è stata un’autentica rivoluzione artistica dell nostro paese.
Eduardo, correttamente dipinto in tutte le sue macerazioni, ma anche nella sua ruvida e geniale coerenza, è il grande padre del Neorealismo e non solo di quello: la “strada”, da cui tutto nasce, ne é la grande madre ispiratrice. I suoi fratelli, perfettamente rappresentati, assumono allo stesso tempo forza individuale e complementarietà.
I De Filippo, con la loro arte così diversamente declinata, ci hanno insegnato a saper sorridere anche della sofferenza.
Ci sono personaggi del nostro Paese che non sono nei libri di storia, ma che appartengono alla Storia stessa. Bravissimi, come detto, gli interpreti: non solo quelli di Eduardo, Peppino e Titina, ma anche quelli chiamati ad apparenti ruoli d’appoggio (Izzo, Laurito, Salemme, ecc).
Magistrale, ad essere parchi, Giancarlo Giannini nel ruolo del capostipite Eduardo Scarpetta. Abbiamo rivisto gli occhi maturi, ma ancora fiammeggianti di Pasqualino Settebellezze.