DI SEBASTIANO ARDITA
“Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo è un film capolavoro sul carcere magicamente interpretato da Tony Servillo e Silvio Orlando.
Nei personaggi c’è tutto il potenziale dei pregiudizi e delle diffidenze della vita in carcere ; ma a un certo punto quasi magicamente trionfa l’”umanità” che spazza via ogni male e supera gli schemi dei conflitti (agente -detenuto; buono-cattivo; istituzione-crimine).
In questo film non c’è una storia ma c’è una condizione di sofferenza immobile , di costrizione invariata, di “aria ferma” appunto che accomuna tutti. Ma c’è anche la speranza e il desiderio di eliminare le ragioni dell’odio, barriere di orgoglio di cui ci si libera come dismettendo una maschera .
È un capolavoro senza trama e senza storia, una fotografia della vita, una radiografia dei migliori sentimenti. Ma c’è un dato che non è neutro: la svolta, il superamento dei conflitti avviene per iniziativa degli agenti, per merito della loro sensibilità . È lo Stato che deve far nascere la speranza; e il mondo del carcere ha bisogno proprio di questo messaggio: l’umanità dei nostri agenti penitenziari è l’arma più forte per superare tutte le sfide.