TROPPO TARDI

DI GIANARLO SELMI

 

Quando c’era Conte hanno rotto le scatole su tutto.
Gli stessi che poi abbiamo ritrovato affetti dalla Sindrome di Slurp. Una perenne ed abbondante salivazione, “slinguettamento” ed acrobazie retoriche. Acrobazie retoriche degne delle spiegazioni offerte dall’amante nudo trovato nell’armadio dal marito. Grandi barzellette.
Quando Conte non parlava, “sfugge alle domande dei giornalisti”. Quando parlava, “è affetto da bulimismo comunicativo”. Quando parlava alle 20,30 “cerca la prima serata in televisione”, quando lo faceva alle 22,30 “perché non lo fa in orari più logici”.
Quando lo faceva su facebook, apriti cielo.
Sbagliava sempre, le uova italiane erano ormai piene di peli. Con questo squallore informativo, siamo andati avanti per mesi. Poi è arrivato lui, “Sua Silenziosità”, che al contrario del predecessore, non si fa vedere, non parla, non ci mette la faccia, fa illustrare da altri i suoi Decreti oppure decide di parlare, ma lo fa con un messaggio registrato. Insomma domande da giornalisti non pervenute. Peraltro non si è mai capito perché le abbia evitate tanto, di cosa avesse paura. Forse che gli “slinguettamenti” di merlo fossero così pieni di saliva da dargli schifo?
Quelli che criticavano prima? Zitti, muti, pesci. Un esempio di mutazione genetica: da taciturni ineffabili, prima, a lingue gigantesche, poi.
I vaccini a rilento, terza dose in grave ritardo? Nessuno ne parla. Numeri peggiori di sempre? Fu colpa di Conte, prima, oggi è colpa dell’Europa, di Big Pharma della variante neozelandese o di Trinidad e Tobago.
Con Conte i ristori arrivavano? Insufficienti, affamatore di italiani. Che un decreto di 32 miliardi lo aveva firmato. Adesso: neanche quei 32 miliardi sono partiti, nessuno ha ricevuto nulla, neppure se ne parla. Comincia a giungere alle nostre orecchie, proveniente dagli “slinguazzanti” giornalisti, un venticello che va aumentando d’intensità. Un sussurro, per adesso, cominciato con il canonico: “Draghi non ha la bacchetta magica”.
Eh no salivanti lingue biforcute. È facile tirarsi indietro adesso. I miracoli li avete promessi voi, proprio voi, simil-giornalisti dei miei stivali. Voi avete parlato di “competenza”, voi avete magnificato le sorti della patria italica, con Draghi premier. Voi avete fatto credere che il divino banchiere avesse poteri taumaturgici.
Adesso è comoda l’uscita che vi consente l’ovvietà. Invece di ammettere di aver sbagliato tutto e di avere svenduto, al migliore offerente, penna, cervello e dignità.
Avete capito, merlo, merlina e compagnia cantante?