DI ANTONELLO SETTE
Onorevole Fiano, l’unico nome, di cui si parla per la Presidenza della Repubblica, è da molti giorni solo quello di Silvio Berlusconi. Dicono che stia cercando di accaparrare voti, da aggiungere a quelli del centrodestra…
Guardi, noi facciamo scelte politiche, non profezie. Possiamo solo dire, a nome del partito democratico, ma lo hanno detto anche il Presidente del M5s, Leu e mi pare oggi anche Matteo Renzi, che non è il candidato adatto. Pur quel che ci riguarda, ha un profilo politico di parte. E’ stato per lungo tempo il leader del centrodestra, è stato il fondatore di un partito, è stato ed è l’espressione di una parte politica. Già di per se, a prescindere dal giudizio sulla sua vita e sulle sue opere, non è il profilo della persona, che serve per fare il Presidente della Repubblica in questo Paese. Non lo voteremo. Non so dirle se ha i numeri necessari. A bocce ferme, con il centro destra e basta, non li ha.
Quale è il vostro obiettivo? A che cosa punta il Pd?
Puntiamo a trovare un profilo super partes, con la credibilità nazionale e internazionale e l’affidabilità di una vita specchiata, che servono per svolgere questo ruolo, scegliendolo insieme in un tavolo politico, dove ovviamente ciascuno abbia il diritto di esprimere le proprie opinioni. Le ricordo che siamo in una fase parlamentare, nella quale i due gruppi di centrodestra e di centro sinistra si equivalgono nei voti, senza dimenticare il cosiddetto gruppo misto, che attualmente ha una valenza consistente e di cui è difficile prevedere al momento gli orientamenti elettorali. La sostanziale parità fra i due raggruppamenti contrapposti, naturalmente includendo nel centrosinistra Italia Viva, con 444/445 voti per il centrodestra e 450/451 per il centrosinistra, fa sì che il tavolo di confronto debba svolgersi sulla base di una volontà di ascolto e di rispetto degli altri e con il comune obiettivo di trovare la migliore soluzione condivisa. I nomi si fanno solo all’ultimo, ma sin da ora possiamo dire che questa è la strada. Siamo in una situazione nella quale, oltretutto, tutte le principali forze di governo, Berlusconi forse un po’ meno, sostengono e dichiarano che bisogna portare questa legislatura sino in fondo, perché il 2022 è l’anno dell’implementazione del Pnrr, in cui vanno depositati a terra tutti i miliardi che ci hanno dato. Ne consegue che dobbiamo tutti sapere che ci sediamo intorno a un tavolo per fare la migliore scelta possibile per la Presidenza della Repubblica e nello stesso per salvaguardare il Governo del Paese. E, terza variabile, che non abbiamo mai avuto nella storia della Repubblica, siamo in una fase di quasi unità nazionale. Sono tre condizioni nuove, ma bisogna sedersi al tavolo sapendo che vanno tenute in vita tutte e tre.
I franchi tiratori potranno avere un ruolo?
I franchi tiratori ci sono sempre stati in tutte quelle occasioni, in cui le candidature non erano condivise. Ci sono state addirittura all’interno dello stesso partito, come, ad esempio, quando ci fu lo scontro Fra Arnaldo Forlani e Giulio Andreotti e fu poi scelta una figura completamente estranea alla Democrazia Cristiana. Ci sono poi stati casi, in cui, di fronte a grandissime tragedie, come l’attentato a Giovanni Falcone, i voti a Scalfaro arrivarono trasversalmente. Anche nell’elezione di Giorgio Napolitano le difficoltà del Paese e della politica portarono a una confluenza consensuale. E la stessa cosa era avvenuta, in circostanze e con motivazioni diverse, per Sandro Pertini. Ci sono poi casi interni ai partiti, come i nostri centouno franchi tiratori su Prodi. Dire che ci saranno franchi tiratori anche nelle ormai vicinissime elezioni non possiamo prevederlo. Dipenderà dalla scelta che faremo.
Con la pandemia si rischiano molte defezioni. Il voto a distanza è una possibilità praticabile?
Io ho molti dubbi. Il voto parlamentare ha delle caratteristiche specifiche. Quello per eleggere il Presidente della Repubblica ne ha ancora di più. Non votano solo i parlamentari, la votazione deve essere contestuale per tutti e vanno fatte nella sede, dove poi verrà proclamato il Presidente. Io ero favorevole per il voto a distanza, durante il lockdown, dei deputati per lo svolgimento della funzione legislativa, così come è accaduto nel Parlamento europeo presieduto dal compianto David Sassoli. Per l’elezione del Presidente della Repubblica penso, invece, che la contestualità e la presenza fisica siano due condizioni imprescindibili.
di Antonello Sette (SprayNews)