DI VINCENZO G. PALIOTTI
E’ ridicolo sentir dire che Berlusconi è divisivo quindi non adatto a ricoprire la prima carica della Repubblica Italiana. Ridicola è questa sorta di “riguardo”, di ritrosia, reticenza nel dire le cose come stanno e cioè che mister B. è incandidabile per tutto ciò di cui si è reso protagonista nel corso della sua, ahinoi, lunga carriera politica.
Basterebbe citare solo l’art. 54 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. E nessuno può negare che il “candidato” in questione non abbia fatto scempio di questa norma calpestandola continuamente se non ignorandola del tutto.
E allora? Da dove proviene tutto questo riguardo tutta questa reticenza? Può sembrare un dettaglio ma tale non è, è anzi destabilizzante, fuorviante, ambiguo specialmente se a comportarsi in questo modo è chi lo ha sempre avversato.
Mi sarei aspettato, per esempio, molta più decisione e CHIAREZZA, dal segretario PD Letta che si è unito al “coro generale” del “divisivo”, d’accordo è un moderato, ma la guerra è guerra e va combattuta con decisione e fermezza senza concessioni di sorta all’avversario, ne scappatoie dialettiche. Specialmente quando si tratta un argomento così importante e decisivo per la vita del Paese, per la sua credibilità ed onorabilità.
Se poi a tutto questo aggiungiamo l’intervento di altri tre pregiudicati, due ancora in carcere, che pretendono di dirigere, dalle loro “residenze” attuali, le operazioni affinché il “progetto” vada in porto, si capisce ancora meglio quanto sia inutile, reticente e riduttivo quel “divisivo” per giustificare l’incandidabilità di Berlusconi.