BETTINO CRAXI, L’ULTIMO DEI SOCIALISTI ITALIANI E EUROPEI

DI LUCA BAGATIN

Il socialismo da parecchi decenni, è del tutto assente, sia in Italia che in Europa.

Per questo, in particolare, occorre ricordare la figura di Bettino Craxi, ultimo socialista italiano e europeo, la cui fine politica – nel 1993 – ha coinciso con la fine di un’epoca storica.

Fu la fine di un’epoca nella quale la politica contava ancora qualche cosa e teneva a freno l’economia e la finanza.

Un’epoca nella quale l’Est e l’Ovest erano in conflitto, certo, ma gli equilibri geopolitici ancora reggevano, non come oggi ove a livello internazionale gli USA e l’UE sembrano voler a tutti i costi entrare in conflitto con Cina, Russia, Venezuela e numerosi altri Paesi sovrani.

Un’epoca nella quale l’immigrazione e l’emigrazione di massa erano ancora sconosciute, in quanto il capitalismo assoluto, la globalizzazione e la conseguente deregolamentazione dei mercati, erano fenomeni tenuti a freno dalla politica e dal sistema democratico.

Un’epoca nella quale esistevano in Nordafrica – prima fra tutti la Libia di Gheddafi – ancora Stati laici, socialisti e sovrani, che tenevano a bada il fondamentalismo islamico e sapevano creare prosperità per i rispettivi popoli. Esisteva ancora la Jugoslavia, la quale era uno Stato socialista unitario e autogestito.

Il caos occidentalista, fondamentalista religioso, ultra-capitalista e globalista, era ancora al di là da venire e Bettino Craxi, pur essendo un sostenitore della modernizzazione, fu un sostenitore di quel socialismo che sapeva guardare ai popoli laici e socialisti del Mediterraneo, del Medioriente, dell’America latina e dell’Est (pensiamo agli ottimi rapporti fra il PSI di Craxi e il Partito Comunista Rumeno di Ceausescu), oltre che dell’Estremo Oriente.

Fu un sostenitore di quel socialismo che sapeva tenere a bada il capitalismo e i poteri forti finanziari, che dalla falsa rivoluzione di Tangentopoli seppero come trarre vantaggio economico, sulle spalle del Paese e di una classe politica dell’unico e solo centro-sinistra che l’Italia abbia mai avuto, che aveva, nel bene o nel male, saputo garantire stabilità e prosperità.

Craxi sarà l’avversario principale dei postcomunisti, o, meglio, degli pseudo “comunisti”, ormai votati al capitalismo assoluto, che si sentivano maggiormente “protetti sotto l’ombrello della NATO” e di quei poteri forti che il socialismo italiano contrasterà sempre, oltre che delle nascenti destre, più o meno estreme.

Craxi sarà – da Presidente del Consiglio – l’amico persino di quel Mario Appignani detto “Cavallo Pazzo”, orfano, figlio di una prostituta, freak, beatnik, indiano metropolitano che primo fra tutti denunciò – per averli subiti sulla sua pelle – gli orfanotrofi “lager” gestiti dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia.

Sarà dunque amico dei potenti, ma anche dei più umili e, soprattutto, sarà amico dei Paesi e dei popoli liberi, dall’America Latina alla Palestina e lo sarà sempre in nome dell’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi, di cui fu appassionato collezionista di cimeli.

Bettino Craxi recupererà, nel panorama culturale e politico, figure allora marginalizzate dall’intellighenzia italiana e europea, ovvero l’anarchico conservatore Pierre-Joseph Proudhon e il socialista liberale Carlo Rosselli, unendo aspetti sino allora considerati ossimorici dal sinistrismo borghese imperante che, negli anni successivi alla morte fisica di Craxi, darà vita al partito delle élite antisocialiste, ovvero al PD.

E da non dimenticare come il socialismo di Craxi fosse contrastato dai post fascisti del MSI (poi AN, poi Fratelli Meloni) e dalla Lega (prima Nord e poi non più Nord), oggi partiti sostenitori del capitalismo assoluto e della politica atlantista e filo USA tanto quanto il PD.

In Europa, parimenti, dopo l’esempio del Partito Socialista Italiano di Craxi, nessun partito che si richiamava – a parole – al socialismo, fu più davvero socialista, ma adottò l’ideologia della crescita economica illimitata, delle privatizzazioni selvagge, dell’immigrazionismo senza regole, dell’esportazione della “democrazia”… ma unicamente contro Paesi laici e socialisti quali Iraq, Libia, Siria e Jugoslavia (sic!).

Il socialismo, in Europa, scomparve dunque con il PSI di Bettino Craxi. Craxi che, persino oggi, viene ricordato da taluni comunisti duri e puri (i pochi che ancora esistono in questo Paese) per essere stato l’unico Presidente del Consiglio italiano ad aver sfidato, con la vicenda di Sigonella, gli Stati Uniti d’America. Come il miglior Charles De Gaulle. Come dovrebbe fare un leader europeo che prende ordini unicamente dal suo popolo e non da altri Paesi stranieri.

E’ così che, oltre vent’anni dopo essere passato a miglior vita, Bettino Craxi merita di essere ricordato. Un raro uomo politico socialista, di quelli che oggi, almeno in Europa, non esistono davvero più.

Luca Bagatin

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