CARO ENERGIA. CONFCOMMERCIO: RISCHIO CHIUSURA PER UN MILIONE DI IMPRESE

DI VIRGINIA MURRU

 

Secondo un’indagine di Confcommercio-Nomisma, nel 2022 per il settore della ristorazione, ricettività e commercio, i costi energetici in bolletta ammonteranno  a 19,9 miliardi (complessivi, elettricità+gas) dagli 11,3 miliardi del 2021 (+76%).

Sono pertanto giustificati gli allarmi della Confederazione Generale Italiana delle Imprese, e del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il quale sostiene: “Il caro energia è un’autentica emergenza.”

E’ la semplice lettura dei fatti riguardanti l’aumento insostenibile delle bollette, impatto che sarà devastante nella filiera produttiva in diversi settori, non meno gravosa per le famiglie, che si ritroveranno con i costi in fattura letteralmente schizzati, e non sarà certamente sufficiente l’intervento dell’esecutivo nei mesi scorsi volto a calmierarne il peso. L’aumento previsto è infatti del 29,9% per l’elettricità, e del 14,4% per il gas.

Nel mese di settembre il governo ha azzerato nel trimestre gli oneri generali in bolletta per 35 milioni di clienti domestici e microimprese, riducendo nel contempo anche l’Iva per il gas. Sono state inoltre supportate tramite bonus circa 3 milioni di famiglie in difficoltà (secondo l’ISEE).

Ma il ciclone del caro energia farà le sue vittime, nonostante qualche sostegno, Confcommercio ha portato avanti studi precisi sulle conseguenze di questa giungla di costi insostenibili, soprattutto per le piccole imprese e le famiglie. Lo ha affermato di recente anche il presidente di Arera (Autorità di Regolazione per Energia e Ambiente), Stefano Besseghini:

“Siamo di fronte ad un ulteriore incremento del costo delle materie prime, ancora più alto e imprevedibile del precedente. L’intervento dell’esecutivo ne placa gli effetti in questa fase delicata di ripresa, almeno al fine di proteggere i consumatori più fragili. “

Ma di fatto a risentire di questo impatto sono anche le imprese e le famiglie della cosiddetta ‘classe media’, per questo si rende necessario ricorrere ad una riduzione strutturale dei costi energetici.

Per un milione circa di imprese, affermano i rappresentanti di Confcommercio, si tratta di un conto salatissimo, e ricade su quelle più colpite dalla pandemia, che a stento restano in piedi. Questo ulteriore colpo potrebbe essere veramente fatale per la loro sopravvivenza. Sono i risultati degli studi portati avanti insieme a Nomisma Energia, e ne analizzano gli effetti sulle imprese del terziario. Gli aumenti sull’elettricità sono quelli che incidono di più, le imprese del terziario, con un consumo complessivo pari a 22 miliardi di chilowattora, secondo le nuove tariffe partite dal primo gennaio, subiranno aumenti in bolletta per un valore di 13,9 miliardi di euro, mentre nel 2021 i costi erano pari a 7,4 miliardi.

Ma ci sono poi i costi per il gas, sia pure meno pesanti, si passerà dai 3,9 miliardi del 2021 ai 6 miliardi dell’anno in corso. Il seguente prospetto, pubblicato nel sito ufficiale Confcommercio, rende l’idea più chiara, secondo i costi sostenuti dal 2019 al 2022.

Spesa energia settore commercio, alloggi, ristorazione (Mld €)

Fonte: Confcommercio-Nomisma Energia

Secondo Confcommercio, al fine di contrastare l’incremento dei costi energetici, occorrono misure strutturali, ossia urge intervenire ‘sulla riduzione della dipendenza dalle forniture estere’. Un valido e concreto sostegno sarà offerto dagli interventi relativi alle misure sulla transizione ecologica, ma non sarà un impatto immediato, per ovvie ragioni il passaggio sarà lento e progressivo.

Sono inoltre necessari interventi per la compensazione degli impatti negativi dovuti all’aumento dei prezzi del carburante, in particolare sulla filiera dei trasporti e logistica. Inevitabile quindi il percorso di transizione energetica, che permette, secondo Confcommercio, di tenere insieme l’innovazione tecnologica e il rispetto per l’equilibrio ambientale.

Ma al momento la situazione è di emergenza, come non bastasse quella sanitaria. Lo afferma il presidente Sangalli:

il caro energia senza precedenti è un’emergenza e un’urgenza. Un’emergenza perché è un costo insostenibile per un milione di imprese del terziario, le più colpite dalla pandemia. Un’urgenza perché occorre intervenire subito e in modo strutturale: dalla dipendenza estera, agli oneri di sistema, alla compensazione dell’aumento dei prezzi dei carburanti sui settori del trasporto e della logistica“. “La sostenibilità – ha concluso Sangalli – oltre che ambientale, deve essere anche economica e sociale”.