LE QUIRINARIE SEGRETE E DECISIVE

DI GIANFRANCO MICALI

 

C’è qualcuno che nelle segrete stanze sussurra nomi precisi nel caso Berlusconi facesse il beau geste di rinunciare. Le segrete stanze sono quelle dell’azienda italiana più attiva e ricca, che i nemici chiamano Mafia, gli aderenti definiscono Cosa Nostra e in tanti, al di fuori, indicano con la frase “gli affari e il denaro non hanno né odore né colore”.
Ebbene, dal di dentro qualcuno avrebbe proposto addirittura un condannato per vicinanza con l’Organizzazione, cioè Marcello Dell’Utri, ma un altro ha ribattuto che parecchi parlamentari l’avrebbero ritenuta una provocazione; ed è stato tacitato anche chi voleva proporre Denis Verdini, che pur non facendo parte dell’Azienda, si era mostrato gentile proprio con Dell’Utri, scrivendogli pubblicamente.
Un membro influente, che tutti considerano spregiudicato ha concluso: “E allora insistiamo su Berlusconi”.
Ma d’improvviso è apparso il vero capo, quello che nel film di Sorrentino rimaneva senza volto, sentenziando in un siciliano che non so ripetere, una frase simile a quella di tanti politici: “No, è troppo divisivo, anche in Europa”. Aggiungendo poi: “Noi abbiamo bisogno di pace e silenzio, altrimenti i nostri affari vanno a puttane…Va bene chiunque, poi basterà circondarlo di nostri amici”.
E il suo sottopanza ha riassunto infastidito: ”Non se ne può più.. Dobbiamo sempre essere noi i più saggi: a decidere tutto, facendo finta di lasciar decidere agli altri”.