QUEL “BACIO”

DI LUCIANO RAGNO

 

E’ già lunedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Gli anni ’30 sono ai saluti. E’ fine inverno , di quelli freddi e secchi della mia Umbria. In lontananza, primi tamburi di guerra. Sarà sciagurata.
A ottobre vado in prima Elementare. Quando sarò in terza da “Figlio della Lupa” diventerò “Balilla”, un giorno “Balilla Moschettiere”. Il sogno : “Podestà”.
Una carriera stroncata dalla guerra.
Mio padre ha un amico alla “Perugina”, accetta un invito a visitarla. Sulla “Littorina” da Foligno a Perugia appiccicato al finestrino.
Due ore affogato nel profumo Tramortito dal piacere. Posso assaggiare tutto. Per un mattino sono un Principe che passeggia nel castello del cioccolato.
So già leggere ( padre e madre maestri, sono ai logaritmi): su un cartello ” REPARTO BACIO”. Entro. Scarto e assaggio. Uno. Due. Al tre mi viene un’idea e metto un “Bacio” nella tasca del cappotto.
Il ritorno. In treno resisto, a fatica, alla voglia di gustare il cioccolatino.
Arriviamo a casa. ” Mamma, guarda cosa ti ho portato. E’ tutto per te , è un Bacio”.
Il mio primo regalo a mia madre.
Grazie “Bacio”. Oggi compi cento anni.
Ti festeggio regalandone uno a chi amo.
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Immagine. il “Bacio Perugina” (dall’archivio della Perugina). Il “Bacio” nasce nel 1922 da un’idea di Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni. L’idea di inserire bigliettini, prima con frasi celebri poi d’amore, è del direttore artistico di Federico Seneca.