ALESSIA E VINCENZO E QUEI BANCHI VUOTI…

ANTONELLA PAVASILI

 

Domani saranno vuoti i banchi di scuola di Alessia e Vincenzo.
Lei, Alessia, aveva 14 anni e frequentava la seconda classe del liceo classico.
Lui, Vincenzo, aveva 11 anni e frequentava le scuole medie.
E domani non andranno a scuola, i loro banchi resteranno vuoti.
Per sempre.
Per sempre vuoti.
Perché oggi, lo zio, il fratello di papà, li ha ammazzati.
Ha ammazzato anche mamma e papà.
Per motivi di interesse.
Per soldi, per terreni, per confini.
Per una roba che con due bambini non c’entra niente.
Che in effetti non c’entra niente nemmeno con gli adulti ma che con i bambini diventa orrore.
E ha ragione mia mamma.
“Divintammu tutti pacci…non pinsamu chi poi quannu muremu non nni putemu puttari nenti…finemu tutti nto tabutu e n’annanu comu vinnimu…anuta…”
E non si dà pace mia mamma soprattutto per quei due bambini.
“Figghitti, cori da mamma…comu i potti mmazzari…cu quali curaggiu?”
E si asciuga una lacrima, mia mamma.
Ma non bastano lacrime, non basta sgomento.
A Licata, in provincia di Agrigento, un uomo uccide il fratello, la cognata e i due nipoti.
E poi scappa.
E poi si ammazza anche lui.
Per questioni di interesse.
E ha ragione mia mamma.
Siamo diventati tutti pazzi.
E domani, in quelle scuole, ci saranno quei banchi vuoti.
I banchi di Alessia e Vincenzo.
Che di certo nemmeno sapevano cosa fossero le “questioni di interesse” e magari pensavano che questo mondo fosse un bel posto.
Per crescere, ridere, gioire, amare.
Ma per loro non è andata così…