DI LUCIANO RAGNO
E’ già domenica.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
“Bentornato Presidente!”.
Una cronaca che diventa Storia.
E’ venerdì pomeriggio a Montecitorio. I partiti da lunedì si stanno facendo male. E anche molto. Sfogliando i petali di una rosa che, a ogni momento, sfiorisce. Rischiano il reparto di rianimazione. E con loro il Paese.
Improvvisamente il “farmaco” che guarisce.
L’ordine di scuderia è di mettere nell’urna scheda bianca o di astenersi. “Stanno trattando ma l’accordo non c’è”, battono le agenzie.
A poco a poco, dalle immense vetrate entra nella grande sala un’aria fresca . E’ l’appello di un’Italia che non vuole crisi al buio, ritardi, incertezze. Che dice basta al solito copione litigioso della politica. Che ricorda a tutti che siamo nel pieno di un’epidemia che spazza via corpi, speranze, economia, posti di lavoro. Addirittura il domani.
Sugli scanni 336 grandi elettori catturano l’aria fresca che trasporta l’appello. Un’aria che sa di saggezza , buonsenso, riflessione. No scheda bianca e astensione. Prendono la matita e scrivono “MATTARELLA”.
Il Parlamento ritrova la dignità.
I partiti, sorpresi, sono spiazzati. Ora sono costretti a ubbidire. Costretti a dar retta all’Italia saggia.
Finalmente.
Buon viaggio presidente Mattarella e primo ministro Draghi.
Non si ricomincia. Si continua.