DI EMILIANO RUBBI
A Milano e a Torino gli studenti scendono in piazza contro l’alternanza scuola / lavoro.
Ragazzi delle scuole superiori che protestano per la morte del loro coetaneo Lorenzo Parelli, non pericolosi estremisti armati.
Sono in poche centinaia e chiedono solo di poter manifestare le loro idee sfilando in strada.
Per tutta risposta, vengono manganellati senza pietà dalla polizia.
Diversi manifestanti vengono feriti, anche molti ragazzini di 14 o 15 anni, alcuni di loro finiscono in ospedale con la testa rotta.
Se tutto questo fosse accaduto con Salvini al Ministero dell’Interno, oggi i social sarebbero in rivolta e parleremmo di “fascismo” e di “Stato di polizia”.
Ma è “il governo dei migliori” (con dentro quelli del G8 di Genova), agli Interni c’è Lamorgese (che ci piace tanto perché non sta su Facebook e Instagram), quindi nessuno dice niente.
Silenzio.
Quei ragazzini non sono figli di nessuno, le loro idee e le loro proteste non ci interessano.
Abbiamo un grosso problema, ragazzi, e quel problema non sono Berlusconi, Salvini o Meloni.
È che, a sinistra, ci siamo definitivamente scordati chi siamo.