DI NICOLA FRATOIANNI
Ho trovato particolarmente efficaci queste parole pronunciate ieri da Maurizio Landini a Torino.
Inquadrano perfettamente il problema che abbiamo davanti: il Governo festeggia i dati del rimbalzo economico del 2021 omettendo di dire che nel frattempo inflazione e diseguaglianza si stanno mangiando il potere d’acquisto degli stipendi.
L’Istat ci dice che mentre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie segna in media un +0,6% rispetto al 2020, nel frattempo l’inflazione sale dell’1,9%.
Siamo a tre volte tanto!
Un problema gigantesco che CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro e UIL – Unione Italiana del Lavoro avevano segnalato in anticipo sull’uscita dei dati, a dicembre, con la convocazione dello sciopero generale.
E fa davvero impressione vedere che per la stragrande maggioranza della stampa questa pare non essere un’emergenza.
Ne parla il manifesto , le riporta Avvenire, ma per il resto sui giusti richiami che vengono dal mondo del lavoro cala come spesso accade una coltre di nebbia.
Dobbiamo riportare queste questioni al centro del dibattito.
Non possono stare nei trafiletti, devono stare in prima pagina.
Serve tutto il nostro impegno: parlarne tanto, condividere le notizie e i post, mobilitarsi per accendere i riflettori.
Ci sono tanti modi per combattere le piaghe del lavoro povero e dei bassi salari: una legge sulla rappresentanza contro i contratti pirata, un’intervento sul salario minimo, una riforma del lavoro che riduca la precarietà, un fisco più progressivo, la nostra patrimoniale (a proposito, correte a firmare seguendo il link nei commenti!), servizi pubblici migliori e gratuiti, in primis in sanità, scuola e trasporti pubblici.
Non arrendiamoci ad una narrazione del mondo che tiene in conto solo i bisogni dei più ricchi e dei più forti.
Organizziamoci per far sentire forte la voce delle persone comuni.
A questo serve la bella politica.